Tentata estorsione al parroco del Duomo di Vigevano

Un egiziano avrebbe chiesto mille euro a don Padova. Arriva fino a Vigevano l'onda lunga degli scandali al Santuario delle Bozzole di Garlasco di Umberto Zanichelli

Il Duomo di Vigevano

Il Duomo di Vigevano

Vigevano, 29 gennaio 2015 - Arriva anche a Vigevano l’onda lunga dello scandalo che nella seconda parte dello scorso anno ha travolto il santuario delle Bozzole di Garlasco e che proprio ieri ha visto aprirsi il procedimento a carico dei due romeni che avevano tentato di estorcere denaro all’allora rettore, don Gregorio Vitali, nel frattempo rimosso dal suo incarico e ora inviato in Toscana per avviare un percorso di rieducazione.

Da qualche mese in Procura a Pavia sarebbe stata depositata anche una denuncia per tentata estorsione a carico di Mohamed Ibraim Mansur, 35 anni, egiziano, un personaggio che già in passato è entrato nella vicenda di Garlasco per essere stato uno degli uomini che don Gregorio incontrava e che pagava con somme consistenti per le loro prestazioni. Questa volta l’obiettivo del tentativo di estorsione sarebbe stato don Giancarlo Padova, 73 anni, parroco del Duomo di Vigevano.

I fatti risalirebbero alla scorsa estate. Secondo quanto trapela da ambienti vicini alla Curia vigevanese il sacerdote sarebbe stato avvicinato da nomadi Rom, pare solo per avanzare richieste di elemosina. Non è però ben chiaro come, questo particolare sarebbe arrivato all’orecchio di Mansur che, probabilmente sapendo di avere buon gioco, aveva informato il sacerdote dell’esistenza di registrazioni telefoniche di telefonate intercorse tra lui ed i nomadi che sarebbero state opportunamente manipolate per farne un’arma di ricatto nei suoi confronti.

Così, pur sapendo che non esistevano, Mansur si sarebbe proposto di risolvere la questione in modo addirittura sin troppo semplice, chiedendo a don Giancarlo mille euro per acquistare un computer identico a quello in uso ai ricattatori da sostituire per neutralizzare le loro richieste. Non è chiaro quale sia stato poi l’epilogo della vicenda che, comunque, è arrivata agli investigatori che hanno provveduto di conseguenza.

Mansur è un personaggio noto negli ambienti clericali vigevanesi per essere stato il sacrestano di un sacerdote a Vigevano e poi di un secondo in Lomellina. E di essere stato anche discusso per le sue frequentazioni. Si tratta dello stesso uomo di cui Flavius Savu, uno dei due romeni arrestati per la vicenda Bozzole, aveva decantato le doti amatorie a don Gregorio Vitali prima di organizzare un incontro tra i due. Quello era stato uno dei tanti aspetti legati alla dissolutezza che ammantava il santuario garlaschese cui i lomellini sono molto devoti ed elergiscono ogni anni considerevoli quantità di denaro in termini di donazioni. La vicenda di don Gregorio, ma probabilmente anche quella relativa a don Giancarlo Padova, sono oggetto di una indagine parallela da parte della Curia vigevanese. [email protected]