Oltrepo escluso dal Piano rifiuti: un aiuto nella lotta all’inceneritore

Dopo la maxi mobilitazione di domenica a Retorbido, la Giunta regionale ha rivisto le aree di PIERANGELA RAVIZZA

La manifestazione di domenica

La manifestazione di domenica

Retorbido (Pavia), 24 maggio 2016 - Dopo la grande manifestazione di domenica che ha portato in piazza oltre 8mila persone, la Giunta regionale ha ritenuto fondati gli elementi di criticità che il territorio aveva sollevato contro l’impianto di pirolisi. "Insieme alla Provincia di Pavia – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Claudia Terzi – abbiamo pensato che se c’è un corridoio ecologico, dovrebbe essere preservato. Così nell’individuazione di aree idonee o non idonee alla realizzazione di impianti di rifiuti abbiamo inserito tra i criteri escludenti la sovrapposizione con la rete ecologica regionale e, in particolare, con il torrente Staffora". La misura nasce da una richiesta della Provincia ed è legata al progetto di un impianto di pirolisi dimensionato per bruciare circa 100 tonnellate al giorno di pneumatici fuori uso, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Qualcosa come 32mila tonnellate l’anno, equivalenti al 10% della produzione italiana di pneumatici fuori uso. Tutto questo in una ex fornace, dentro al corridoio ecologico della green way della Valle Staffora, a due passi da pregiati vigneti da cui si ricavano blasonati vini Doc.

L’iter burocratico per realizzare l’inceneritore comincia il 4 novembre 2014, la mobilitazione del comitato contro il progetto più o meno lo stesso giorno. Da allora una sequenza quasi giornaliera scandita da richieste di documentazione, certificazioni ed integrazioni, non senza rinvii e precisazioni. Acronimi come Via (valutazione impatto ambientale) o Aia (autorizzazione integrale ambientale) diventano termini di uso comune per chi lotta contro l’impianto. Il 24 maggio di un anno fa marciano in 5mila per gridare il no all’inceneritore. Ad ottobre del 2015 diventa operativa la commissione composta da cinque esperti nominata dalla Regione Lombardia e a fine anno scatta la richiesta d’integrazione documentale alla Italiana Energetica Tire Srl, società che intende realizzare l’impianto pirolisi.

Il resto è storia recente. Le integrazioni documentali, secondo un’interrogazione presentata dalla consigliere regionale Iolanda Nanni (Cinque Stelle), sono incomplete e fuori dai termini concessi. Quindi l’iter va cancellato. Ieri la Giunta ha approvato un criterio escludente, ma a Retorbido e dintorni si chiedono se "il provvedimento avrà valore retroattivo". "Non può avere valore retroattivo – puntualizza l’assessore Terzi – però si applica alle procedure aperte e quella di Retorbido lo è". La parola ora passa ai tecnici che si dovranno pronunciare e dire se l’impianto potrà nascere o meno. Anche perchè, da più parti si insiste nel definire la tecnologia dell’incenerimento ormai obsoleta, pericolosa e anti economica. Alcuni numeri di quella che è stata definita la seconda provincia più inquinata d’Italia (2 inceneritori già funzionanti, 2 centri integrati trattamento rifiuti, 7 discariche più 2 per cemento-amianto) fanno impressione, come il maxi cimitero da 60mila tonnellate di gomme di Castelletto di Branduzzo.