Punta Est, le abitazioni sono 'abusive'. Rischiano, ma il Comune può sanarle

Pavia, il sindaco: "Con la fame di case che c'è, farebbero comodo". Con il cantiere bloccato, le palazzine si deteriorano di Manuela Marziani

Il cantiere Punta Est (Torres)

Il cantiere Punta Est (Torres)

Pavia, 26 ottobre 2014 - Costruite senza permessi e di conseguenza abusive. Si complica la vicenda delle palazzine di Punta Est che la società edilizia “La Cortazza” stava realizzando alla periferia della città. L’altra sera il tribunale amministrativo regionale al quale i costruttori si erano rivolti ha respinto la richiesta di sospensiva presentata per un permesso che il Comune aveva definito “inefficace”. Di due permessi chiesti e ottenuti per realizzare 73 alloggi in via Baldo degli Ubaldi prima destinati agli studenti, poi messi in vendita sul libero mercato e ora che si sarebbero di nuovo ultimare per farne residenze universitarie, allo stato attuale non ce ne sarebbe neppure uno da tener buono. Con i conseguenti rischi.  E adesso? 

«Aspettiamo - risponde il sindaco di Pavia Massimo Depaoli - Il Tar si è espresso, mentre in tribunale è ancora in corso un processo. Il 16 dicembre è prevista un’altra udienza e il Comune si è costituito parte civile. Vedremo come si concluderà il processo e poi se ci sarà un appello». Per Punta Est con l’accusa di corruzione, falso materiale, abuso d’ufficio e truffa un anno fa sono stati arrestati l’imprenditore Dario Maestri e il docente universitario Angelo Bugatti. Una sentenza pronunciata dal tribunale di Pavia, però, già confisca gli immobili che si stavano costruendo mettendoli a disposizione del Comune. «Con la fame di case che abbiamo -  ha proseguito Depaoli - a noi farebbero molto comodo quei 73 alloggi, però dobbiamo aspettare che la magistratura completi il suo lavoro». E, mentre si aspetta, il cantiere bloccato da due anni, stando a quanto sostiene il costruttore sta subendo un danno notevole. A “soffrire” sarebbero l’organismo edilizio, ma anche gli impianti a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici. Per poter procedere con i lavori, si dovrebbero pulire le superfici, effettuare smontaggi e rimontaggi oltre a ripristinare le opere.

Costo stimato circa 50mila euro, ai quali se ne dovrebbero aggiungere altri 116mila per impianti e ponteggi. Soldi che i costruttori avrebbero voluto dal Comune a titolo di risarcimento danni, ma anche in questo caso il Tar ha respinto al mittente la richiesta. Anzi, ha condannato i ricorrenti a pagare 1000 euro di spese della fase cautelare. E l’idea di ultimare gli alloggi per farne residenze destinate agli universitari sulla base di una convenzione come quella stipulata con Green Campus, per il momento può rimanere nel cassetto. 

di Manuela Marziani