Ceranova, profughi in rivolta: "Vogliamo wi-fi e donna delle pulizie"

Il sindaco Grieco ha incontrato la prefettura e chiesto più controlli

Un gruppo di immigrati (Foto archivio)

Un gruppo di immigrati (Foto archivio)

Pavia, 21 dicembre 2015 - Profughi in rivolta l’altra sera a Ceranova. I 24 migranti che da 6 mesi sono ospiti di una struttura privata del paese sono scesi in strada e hanno rovesciato i cassonetti pieni d’immondizia impedendo il passaggio.

«Si stanno ammazzando» hanno urlato al citofono alcuni cittadini quando, in pigiama, sono andati a chiamare il sindaco Alessandro Grieco. Ed è toccato al primo cittadino del centro di 2100 anime riportare la calma. «In sei mesi di accoglienza – ha detto il sindaco – non c’è mai stato un problema. Ora è arrivato un elemento nuovo che ha guidato la rivolta non sappiamo con quali motivazioni. Non tollereremo più episodi simili».  Ieri il sindaco ha incontrato la prefettura e chiesto più controlli, mentre il ‘disturbatore’ è stato allontanato. Ma in paese è scattata una raccolta firme contro i profughi.

Secondo quanto hanno riferito cittadini di Ceranova, a scatenare la manifestazione sarebbe stata la richiesta degli extracomunitari, sino ad oggi non ancora accolta, di avere la copertura wi-fi nella villa in cui sono ospitati e di poter contare anche su una persona che, periodicamente, effettui lavori di pulizia nella casa. Alcuni residenti del paese) si sono lamentati per questo improvvisato sit-in. C'è mancato poco che la protesta non degenerasse, sfociando in una rissa. La situazione è tornata alla normalità dopo l'intervento del sindaco Alessandro Grieco, che oggi pomeriggio si è recato in Prefettura per chiedere più controlli affinchè non si ripetano più episodi del genere.