Dopo la prescrizione Eternit Sos delle vittime di Fibronit: "Ora processi per omicidio"

I parenti temono l'annullamento di due condanne di Pierangela Ravizza

Una veduta dell'area Fibronit a Broni

Una veduta dell'area Fibronit a Broni

Broni, 21 novembre 2014 - «Chiediamo che il procuratore Raffaele Guariniello avvii al più presto il procedimento penale per omicidio, accogliendo le tesi sostenute dall’avvocato Ezio Bonanni, per i morti a causa dell’amianto. Il reato di omicidio non si può prescrivere». Il presidente dell’Avani (Associazione vittime amianto nazionale italiana), Silvio Mingrino, dopo che la Cassazione ha sentenziato la prescrizione del reato di disastro ambientale sulla vicenda Eternit di Casale Monferrato, prende posizione con un breve comunicato da cui traspare - in modo inequivocabile - il timore di ripercussioni sul procedimento penale in corso davanti al Tribunale di Pavia per il caso Fibronit di Broni.

Con rito abbreviato erano stati già condannati a 4 anni di reclusione due degli imputati, Claudio Del Pozzo e Giovanni Boccini. Per altri sei (un altro, 90enne, è stato giudicato incapace di sostenere il processo) il rito ordinario proseguirà il 23 febbraio, dopo uno slittamento deciso per completare le perizie richieste.

Nelle motivazioni della prima sentenza (luglio 2013), depositate alcune settimane fa, è emerso che il procedimento riguarda 377 decessi (alcuni, però, non sarebbero considerati legati all’amianto) e quasi 200 malati, ma essendo un aggiornamento a più di anno e mezzo fa, alcuni di loro purtroppo nel frattempo sono deceduti. La strage, secondo gli esperti, toccherà il picco nel 2020 e oggi come oggi il numero di decessi a causa di malattie correlate all’amianto, nel solo Oltrepò Pavese (a Broni soprattutto, ma pure in comuni vicini e a Voghera) , pur in assenza di dati ufficiali, sarebbe di circa 60 all’anno.

Il timore diffuso, dopo la sentenza dell’altro ieri della Cassazione in un processo molto simile, riguarda anche la sorte dei risarcimenti. Sin qui somme contenute - da dieci a ventimila euro per ogni caso di decesso per colpa dell’amianto - ma per tanti altri ancora da definirsi in sede separata. Inevitabilmente, al sentimento di speranza che si era riacceso poche settimane fa alla notizia dello stanziamento di 11 milioni di euro dallo Stato più un altro milione messo a disposizione dalla Regione Lombardia per la bonifica del secondo lotto della Fibronit, ora subentrano soprattutto sconcerto e rabbia per la paura che tutto possa finire in un’altra, beffarda “bolla di sapone”.