Prende il padre a martellate: «Aiuto, venite, l’ho ucciso»

Pinarolo, il 51enne Siro Garlaschelli è gravissimo. Il figlio Luca, 24 anni, è stato arrestato

Luca Garlaschelli  viene portato via (Torres)

Luca Garlaschelli viene portato via (Torres)

Pinarolo Po, 22 febbraio 2015 - Una lite in famiglia degenera in pochi secondi. Il figlio impugna una mazzetta da muratore e colpisce violentemente alla testa il padre, ora gravissimo, in fin di vita, al Policlinico di Pavia. L’allarme è stato ricevuto prima dal 113 e poi dai carabinieri, ieri sera, verso le 17,30. L’aggressione dovrebbe essersi consumato appena prima, nel soggiorno di una villetta residenziale in via Salvo D’Acquisto, a Pinarolo Po, nella zona del campo sportivo. A chiamare è Luca Garlaschelli, 24 anni. Quando sul posto, in pochi minuti, arrivano i soccorsi, il padre del giovane, Siro Garlaschelli è a terra, esanime, riverso in una pozza di sangue e con la testa fracassata. I medici intervengono con il defibrillatore e il cuore dell’uomo riprende a battere. Poi in ambulanza una corsa disperata verso il reparto di rianimazione del Policlinico di Pavia. Le sue condizioni sono molto gravi e la prognosi è riservatissima. Sconvolto e incapace di qualsiasi reazione, alla scena dei soccorsi assiste anche il figlio. Poi viene preso in consegna dai carabinieri che lo portano in caserma a Stradella.

Gli investigatori dell’Arma guidati dal capitano Vincenzo Scabotti ancora a tarda sera erano impegnati a ricostruire la sequenza del drammatico fatto di sangue che, peraltro, non lascerebbe spazio a molti dubbi. Siro Garlaschelli, 51 anni, è stato colpito alla testa nel corso di una lite con il figlio. In casa non c’erano altre persone: la mamma di Luca e moglie dell’uomo, di professione impiegato, era fuori casa con l’altra figlia. Non si esclude che la lite possa essere scaturita da incomprensioni fra padre e figlio. Quest’ultimo, diplomato perito meccanico, già un anno e mezzo fa era stato, malgrado suo, protagonista di un altro episodio meno grave, ma sintomatico della sua personalità, fortemente provata dal fatto di non trovare lavoro. Nell’agosto del 2013, infatti, dopo aver prelevato alcune migliaia di euro dal suo conto personale e frutto di risparmi accumulati in diversi anni, era scomparso da Pinarolo Po, raggiungendo Parigi ed imbarcandosi per l’esotica meta di Papete in Polinesia. Qui è rimasto alcuni giorni, poi era tornato a casa. Sempre, come allora, con l’angoscia di non trovare un posto di lavoro. In paese la famiglia è conosciuta e stimata. Incredulità per l’accaduto e nessuna voglia commentare quanto tremendamente accaduto fra le pareti di una casa, fino a ieri sera, tranquilla e del tutto normale.