Perizie immobiliari poco corrette, le testimonianze delle "vittime"

Dopo la notizia dei giudici indagati, spuntano altri potenziali casi

SIGILLI Sopra, uomini al lavoro in un cantiere come quello sotto sequestro  A destra, il tribunale di Pavia nella bufera

SIGILLI Sopra, uomini al lavoro in un cantiere come quello sotto sequestro A destra, il tribunale di Pavia nella bufera

Pavia, 30 giugno 2015 - La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di tre giudici del tribunale di Pavia e dei periti da loro incaricati, ha fatto scoperchiare un pentolone. Sono molte le persone che ritengono d’aver subito un’ingiustizia a causa delle perizie effettuate. Abbiamo scelto due testimonianze molto diverse, ma ugualmente traumatiche. Per un contratto di locazione firmato da una persona irreperibile (forse defunta) una famiglia residente del Pavese a giorni dovrà lasciare l’appartamento nel quale vive e trasferirsi in una località segreta per evitare stalking e vessazioni. Tutto è cominciato 4 anni fa, quando il nucleo ha preso casa sulle colline pavesi. Dopo aver firmato un regolare contratto d’affitto, riscontrando alcuni problemi nell’immobile, la famiglia ha provato a contattare il proprietario senza successo. Risultava irreperibile e la firma apposta su alcuni documenti, diversa da quella del contratto. Da lì ne è nato un contenzioso tra chi gestiva le proprietà del locatore e la famiglia che avrebbe voluto incontrarlo per discutere. Tra intimidazioni e minacce di sfratto, gli affittuari hanno cercato di interpellare le autorità giudiziarie senza venire mai a capo di nulla. Negli ultimi tempi anche la Corte di Giustizia europea e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono stati investiti della questione, eppure la famiglia a giorni dovrà lasciare l’appartamento. «Lascio tutti miei beni – racconta la donna che si paga una guardia del corpo –, ho fretta di andare via, i soggetti sono pericolosi e non si è mai mosso nessuno per diffidarli». Ed è finito nei guai anche un rumeno padre di tre figli. In Italia da diverso tempo, dopo aver lavorato 7 anni come corriere, ha deciso di avviare una propria impresa edile. Comprava rustici, li ristrutturava e li vendeva.

Per una perizia richiesta dal tribunale in cui sembrava che i lavori non fossero stati eseguiti a regola d’arte, però, ora il cantiere sta per andare all’asta. «Due settimane fa – dice l’imprenditore edile – il consulente tecnico d’ufficio incaricato dal tribunale mi manda una raccomandata dove mi dice che deve venire a vedere il mio cantiere per valutarlo perché deve andare all’asta». L’imprenditore cerca di contattare il proprio avvocato per far conoscere al Ctu la data in cui sarà disponibile e tutto tace finché viene a sapere dal vicino che «sono arrivati gli ufficiali giudiziari e hanno fatto le foto al mio cantiere, senza che io ne sapessi niente». Non solo, avendo il cantiere sotto sequestro e non potendo lavorare, l’imprenditore non è neppure riuscito a pagare il mutuo alla banca, che si rivarrà sulla casa in cui vive con la famiglia e le tre bambine. «A breve saremo tutti e cinque in mezzo a una strada – confessa – e da un anno siamo senza gas in casa. Sei anni fa ho venduto la mia abitazione in Romania per investire in Italia. E adesso siamo senza nulla».

manuela.marziani@ilgiorno.net