La difesa del pediatra del San Matteo: "Non avances, sostegno psicologico"

Pavia, Ricci è accusato di pedofilia. È comparso davanti al Gip

Il dottor Antonio Maria Ricci, 50 anni, noto a Pavia per gli incarichi pubblici nel Pd e nell’Asp

Il dottor Antonio Maria Ricci, 50 anni, noto a Pavia per gli incarichi pubblici nel Pd e nell’Asp

Pavia, 8 luglio 2016 - «Ha risposto alle domande del Gip. Ha negato l’episodio della violenza sessuale contestata. E ha fornito chiarimenti che confidiamo verranno confermati nelle successive fasi delle indagini». L’avvocato Marco Dagradi, difensore di Antonio Maria Ricci, pediatra del policlinico San Matteo accusato di pedofilia, riferisce l’esito dell’interrogatorio di garanzia, che si è svolto ieri mattina in tribunale, dopo il provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari eseguito mercoledì mattina. Dunque il pediatra nega «di aver dato quel bacio che rappresenta l’atto della violenza sessuale contestata», precisa il legale.  Però nell’ordinanza di custodia cautelare, nella ricostruzione dell’accaduto, viene raccontata anche la lunga fase di adescamento, per la quale il pediatra, tramite la chat su Facebook, viene accusato di aver prima conquistato la fiducia della minorenne per poi spingersi oltre, in conversazioni esplicitamente di natura sessuale, nelle quali si mostrava fisicamente attratto: «Sei stupenda...», «Mi piaci molto, anche se so che non si può! Purtroppo hai 14 anni, ma ne dimostri molti di più». «Stiamo parlando di conversazioni in chat – replica l’avvocato – che risalgono a diversi mesi fa e che il mio assistito non può ricordare con esattezza. Certe frasi non si ricordava proprio di averle scritte, comunque dobbiamo ancora acquisire tutta la documentazione e poi faremo le valutazioni». Però il senso di quelle avances sembra inequivocabile: «Le singole frasi possono anche essere fraintese se tolte dal contesto – replica ancora l’avvocato Dagradi – e il tutto va inquadrato nel rapporto empatico che si crea tra medico e paziente. Senza entrare nel merito di questioni che violerebbero la riservatezza della paziente minorenne, bisogna chiarire che si tratta di una ragazzina che ha una grave patologia che porta anche a conseguenze psicologiche, come la depressione. E se una paziente è depressa, fa parte della terapia anche farle complimenti per rassicurarla».

Quindi non avances di natura sessuale ma apprezzamenti per infondere fiducia nella paziente depressa, secondo la difesa: «Potrebbe esserci forse stato un errore di superficialità e leggerezza – ammette l’avvocato – magari erano sbagliati i metodi e i modi, ma la natura dei colloqui in chat si colloca proprio nell’ottica di supporto anche psicologico alla paziente. La gravità della accuse contestate è ben diversa». Dopo l’interrogatorio, «non è stata ancora chiesta la revoca dei domiciliari – sottolinea l’avvocato –, aspettiamo anche di ricevere dal Policlinico San Matteo la comunicazione della preannunciata sospensione, che farebbe venir meno il pericolo di reiterazione del reato».