Omicidio di Garlasco. Stasi, il rebus della camminata: improbabile non calpestare il sangue

Per i periti quasi impossibile uscire dalla villetta con le scarpe pulite di Gabriele Moroni

Chiara Poggi, la studentessa uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione a Garlasco (Ansa)

Chiara Poggi, la studentessa uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione a Garlasco (Ansa)

Garlasco (Pavia), 23 settembre 2014 - Impossibile non calpestare le macchie di sangue. Impossibile o quasi. Altamente improbabile che le scarpe di Alberto Stasi uscissero intonse dalla scena del delitto. La perizia sarà depositata fra pochi giorni. Gli esiti quasi definitivi discussi ieri all’università di Bologna sono questi. Due interrogativi per una perizia e un mistero che è il fulcro del giallo di Garlasco. Com’è stato possibile per Alberto Stasi non calpestare nemmeno una delle tante macchie di sangue e uscire con le calzature intonse, le suole pulite, dopo avere attraversato lo scenario di morte, nel villino di Garlasco dove era stata uccisa la fidanzata Chiara Poggi? Com’era possibile, se invece aveva calpestato il sangue, che le calzature non si sporcassero? Per Piero Boccardo, consulente della Procura di Vigevano di primo grado, era dello 0,6 per cento la possibilità di non calpestare il sangue nella piccola area davanti alla porta della scala della cantina (dove si trovava il corpo della vittima), fronteggiata da una grossa chiazza di sangue. Era di una su 78mila la possibilità di non calpestare le tracce secondo Nello Balossino, perito del gup di Vigevano, Stefano Vitelli, che aveva poi assolto Stasi.  Nuova perizia disposta dai giudici della prima Corte d’Assise d’appello di Milano. Al Dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale dell’università di Bologna il professor Gabriele Bitelli e il professer Luca Vittuari hanno esteso la ricostruzione virtuale della camminata di Stasi in casa Poggi ai primi due gradini della scala. Con la ricostruzione più completa, la possibilità di evitare le macchie di sangue scende a percentuali infinitesimali, ancora inferiori allo 0,6 della consulenza Boccardo.  La prova, già effettuata in primo grado, è stata ripetuta al computer dopo che, lo scorso giugno, impiegando il laser scanner, erano stati misurati per la prima volta, con assoluta precisione, gli interni della villetta di via Pascoli a Garlasco. Negli interni, riprodotti in tre dimensioni, erano state inserite le fotografie delle macchie di sangue sul pavimento ed erano stati simulati i possibili percorsi completi di Alberto Stasi, tenendo conto degli ingombri, degli stipiti e di tutti gli ostacoli che avrebbe potuto incontrare.

Nell’ambito della stessa perizia, ha terminato il suo lavoro anche il medico legale torinese Roberto Testi. Impensabile, è la conclusione, che la scarpe non si siano sporcate, anche al contatto con macchie ematiche già essiccate, e che non abbiano segnato, per primo, il tappetino dell’auto quando Stasi risalì per dirigersi alla stazione dei carabinieri di Garlasco. Prudente il commento dell’avvocato Gian Luigi Tizzoni, parte civile per la famiglia Poggi: «Sono molto soddisfatto del fatto che siano stati esaminati anche i primi due gradini della scala».

di Gabriele Moroni

gabriele.moroni@ilgiorno.net