Omicidio Garlasco, depositata la perizia sulla camminata di Alberto Stasi: scarpe sporche anche con sangue secco

I consulenti sottolineano che Stasi non poteva evitare di calpestare le macchie di sangue della vittima che cospargevano la villetta di Via Pascoli. Ma, rispetto ai risultati della perizia effettuata durante il processo di primo grado, Alberto avrebbe potuto sporcarsi le scarpe di sangue anche camminando sulle macchie ematiche che si erano seccate

Alberto Stasi

Alberto Stasi

Milano, 26 settembre 2014 - Questa mattina, periti, nominati dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano del processo di secondo grado 'bis' sul caso Garlasco, hanno depositato la perizia sulla cosiddetta 'camminata' di Alberto Stasi. La relazione è di circa 160 pagine. Lunedì 22 settembre, all'Università di Bologna, gli esperti si sono incontrati per analizzare gli esiti dell'esperimento virtuale con cui è stata riprodotta di nuovo la cosiddetta camminata di Alberto Stasi. L'incontro, che si è tenuto al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali di viale Risorgimento, era preliminare al deposito dei risultati dei nuovi accertamenti chiesti dai giudici milanesi.  Secondo le prime indiscrezioni filtrate dopo le analisi dei periti della Corte d’Appello di Milano e dei consulenti di accusa, difesa e parte civile, impegnati nell’esperimento virtuale sulla camminata dell’ex studente bocconiano, sarebbe di circa una su un milione la possibilità che non si sporcasse di sangue le scarpe sui due gradini delle scale e sull’area antistante alle scale stesse.

La perizia avrebbe stabilito, infatti, che le possibilità di non intercettare le macchie di sangue sul pavimento dell'abitazione di Poggi sono ancora piu' ridotte rispetto a quelle indicate dagli esperti nominati del 2009 dal gup di Vigevano Stefano Vitelli. E questo perché l'esperimento sul percorso effettuato dal giovane è stato esteso, come chiesto dall'accusa e dalla parte civile, ai due gradini e alla zona antistante le scale su cui era riverso il cadavere di Chiara. Cinque anni fa, il professor Nello Balossino, esperto di elaborazione delle immagini dell'università di Torino, pur senza prendere in considerazione i due gradini imbrattati di sangue, aveva stabilito che su 78mila simulazioni effettuate al computer Stasi aveva solo una possibilità di non calpestare sangue sulla scena del delitto. Le indiscrezioni sulla nuova perizia parlano di una possibilità su un milione in relazione solo alla nuova zona analizzata. 

 

LE SCARPE DI STASI - I consulenti sottolineano, come gia' emerso nei giorni scorsi, che Stasi non poteva evitare di calpestare le macchie di sangue della vittima che cospargevano la villetta di Via Pascoli. Ma, rispetto ai risultati della perizia effettuata durante il processo di primo grado, Alberto avrebbe potuto sporcarsi le scarpe di sangue anche camminando sulle macchie ematiche che si erano seccate. Gia' in primo grado, si era arrivati alla conclusione che molte delle macchie di sangue della vittima erano secche quando Alberto, seguendo il filo del suo racconto, aveva ritrovato il corpo straziato della fidanzata. Dove la perizia si discosta da quella precedente è nell'evidenziare la possibilita' che il giovane, camminando sulla scena del crimine, avrebbe potuto sporcarsi le scarpe 'rompendo' le macchie essiccate, venendo così a contatto con il sangue ancora fluido sotto la crosta.  "In particolare - scrivono gli esperti - si e' è evidenziato che, dopo aver calpestato delle macchie di sangue sia umide che secche, le suole delle scarpe hanno captato particelle ematiche tanto da risultare costantemente positive al Luminol nelle diverse ripetizioni (....)".  In sostanza, secondo i periti, le suole delle scarpe, vista la struttura delle Lacoste con cui Alberto si presentò in caserma, avrebbero potuto in parte trattenere la sostanza ematica, in parte rilasciarla su altre superfici nell'arco di tempo tra il ritrovamento del cadavere e l'arrivo alla caserma dei carabinieri dove Stasi si presentò con le Lacoste 'immacolate', che non presentavano alcuna traccia di sangue.

 

IL TAPPETINO DELL'AUTO -  Il tappetino dell'auto guidata da Alberto Stasi la mattina del 13 agosto 2007 per andare dai carabinieri, dopo aver scoperto il corpo senza vita di Chiara Poggi, non poteva non sporcarsi di sangue. E' quanto sostengono gli esperti nominati dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano, nella perizia depositata oggi. In particolare, gli esperti hanno evidenziato che "dopo avere calpestato delle tracce di sangue sia umide che secche le suole delle scarpe hanno captato particelle ematiche tanto da risultare positive al luminol nelle diverse ripetizioni, e inoltre sono state in grado di trasferire parte del materiale ematico ai tappetini dell'auto calpestati sperimentalmente".  Sia in primo che in secondo grado, la difesa di Stasi ha sostenuto che la suola idrorepellente delle scarpe fosse in grado di rilasciare, nelle ore seguenti alla 'camminata' di Stasi sul pavimento, il materiale ematico calpestato. Per questa ragione, Stasi si era presentato in caserma con le suole delle scarpe candide. Ora, i periti sottolineano che quelle tracce ematiche sarebbero dovute rimanere almeno sul tappetino dell'auto, la prima superfice calpestata dopo che l'ex studente bocconiano usci' dalla villetta.