Omicidio di Garlasco, pg: "Sentenza equilibrata, no ricorso in Cassazione"

La mamma di Chiara, Rita Poggi, il giorno dopo la sentenza che ha condannato Alberto Stasi a 16 anni di reclusione: "Dopo sette anni un po' di giustizia, finalmente riesco a dormire". Il sindaco di Garlasco: "Ci siamo tolti un peso, cittadina più serena" Le tappe della vicenda

I genitori di Chiara Poggi, Rita e Giuseppe, arrivano in tribunale

I genitori di Chiara Poggi, Rita e Giuseppe, arrivano in tribunale

Milano, 18 dicembre 2014 - "Una sentenza equilibrata": così il pg Laura Barbaini definisce la sentenza con cui la Corte d'Assise di Milano ha condannato Alberto Stasi a 16 anni di carcere nel processo sul delitto di Garlasco. I giudici lo hanno ritenuto colpevole dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, togliendogli l'aggravante della crudeltà che il pg aveva contestato durante la requisitoria, parlando di mancanza di pietas da parte dell'allora studente bocconiano.

A quanto si è appreso, il pg per il momento non ha intenzione di presentare ricorso in Cassazione per chiedere di riconoscere l'aggravante che avrebbe comportato per Alberto una pena molto più elevata, a 30 anni di reclusione. Il collegio, presieduto da Barbara Bellerio, ha invece ritenuto che Stasi non 'meritasse' anche l'aggravante della crudelta'. Stando a quanto viene spiegato in ambienti giudiziari, i giudici hanno evidentemente ritenuto che Stasi non abbia inflitto alla vittima sofferenze gratuite dopo averla uccisa, qualcosa che sia andato oltre la condotta necessaria per consumare il reato. L'aver gettato Chiara sulle scale, dopo averle sfondato il cranio, e' stato fatto rientrare nella 'messinscena' creata da Stasi per indossare la 'maschera' da scopritore coprendo quella da killer. Nelle repliche di ieri in aula, il pg aveva affermato che "lo Stasi scopritore si e' mimetizzato nello Stasi assassino". Agli investigatori, il 31enne commercialista ha sempre raccontato di avere visto il corpo senza vita della ragazza riverso sulle scale quando e' entrato nella villetta di via Pascoli. 

Inoltre, sempre in ambienti giudiziari si sottolinea che l'aggravante della crudelta' viene 'abbinata' di solito all'omicidio premeditato e non a quello d'impeto. La premeditazione e' stata invece esclusa fin dalle prime indagini in questa vicenda. Secondo la ricostruzione avvalorata dalla sentenza di ieri, nel giro di poco piu' di una decina di minuti - tanto e' l'intervallo di tempo in cui e' maturato il crimine - Alberto avrebbe avuto una discussione con Chiara, le avrebbe sfondato il cranio a martellate, l'avrebbe gettata sulle scale e poi si sarebbe lavato nel bagnetto di casa Poggi. Se il pg non ricorrera', e' invece certo che i legali di Stasi presenteranno ricorso in Cassazione. La difesa ritiene che quella di ieri sia stata una sentenza "senza senso", "difficile da motivare" e ispirata al principio "poca prova, poca pena".

 

LA FAMIGLIA POGGI - «Qualsiasi sentenza non ci ridarà più Chiara ma quanto meno abbiamo avuto giustizia». Questo il commento di Rita Poggi il giorno dopo la sentenza che ha stabilito la colpevolezza di Alberto Stasi con una condanna a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata. La famiglia Poggi si sarebbe detta «ancora frastornata» ma, come ha precisato mamma Rita, «più sollevata. Questa notte ho dormito in un altro modo, diciamo meno insonne. Adesso giorno per giorno la stanchezza passerà. Da 7 anni aspettavamo questo momento»Rita Poggi parla al citofono della villetta per un attimo preferisce non dire nulla ma poi ritorna a ieri sera quando in aula è stato letto il dispositivo con cui Alberto è stato ritenuto colpevole. «Mi sono emozionata - ha ricordato -, è una cosa che ho sempre cercato per mia figlia. Ho avuto quella giustizia che cercavo da 7 anni. Ho abbracciato i miei familiari, i miei avvocati e ho anche pianto». Mamma Rita ha poi raccontato che già ieri sera ma soprattutto stamattina ha ricevuto «tantissimi messaggi di solidarietà». Amici, parenti, conoscenti e anche sconosciuti hanno cercato lei, suo marito e suo figlio per condividere la loro vicinanza.

 

IL SINDACO DI GARLASCO -  Garlasco, all'indomani della sentenza con cui la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha condannato Alberto Stasi a 16 anni di carcere per l'omicidio di Chiara Poggi è come se si fosse «levata un peso. Oggi è più serena perchè finalmente si è riusciti a dare un nome a chi ha commesso questo atroce delitto». Sono le parole di Pietro Francesco Farina, il sindaco del paese della Lomellina dove il 13 agosto del 2007, venne uccisa Chiara Poggi. Il primo cittadino ha spiegato che « Garlasco si aspettava che la giustizia potesse fare il suo corso e indicare il colpevole, e non un colpevole, di questo assassinio che per 7 anni è rimasto insoluto». «I cittadini sono soddisfatti. Vivevamo tutti con una angoscia notevole e ora, pur nella disgrazia perchè due famiglie sono state distrutte, c'è consapevolezza» che la verità sia venuta a galla. Il sindaco poi ha parlato della famiglia Poggi descrivendola «straordinaria» nel modo in cui in questi anni è riuscita a «sopportare questo dolore indicibile. Hanno avuto grande dignità. Noi tutti ci stringiamo a loro con un grande abbraccio affettuoso perchè meritano davvero».