Omicidio Garlasco, la difesa: "Non ci sono prove, assolvete Stasi. Giustizia, ma non sulla sua testa"

Il pg nella sua requisitoria, aveva sostenuto che Stasi aveva mentito sul ritrovamento del cadavere della fidanzata ma il professor Giarda attacca gli indizi contro il giovane imputato e prospetta nuovi scenari

Alberto Stasi (Ansa)

Alberto Stasi (Ansa)

Milano, 3 dicembre 2014 - Ritorno in aula per il processo di appello bis per l'omicidio di Chiara Poggi. Nel giorno dell'arringa della difesa il professor Angelo Giarda, uno dei legali di Alberto Stasi, imputato per il delitto di Garlasco ha spiegato che «non ci sono prove e quindi Alberto Stasi va assolto per non aver commesso il fatto». All'ingresso del tribunale aveva affermato che "anche noi vogliamo giustizia ma non sulla testa di Alberto Stasi". Il professore che guida il pool della difesa si è alternato in aula con il collega Giuseppe Colli. La difesa di Stasi ha parlato per nove ore cercando di smontare punto per punto le ipotesi del sostituto procuratore generale di Milano, Laura Barbaini e dei legali di parte civile, cioè dei familiari di Chiara, gli avvocati Francesco Compagna e Gian Luigi Tizzoni.

La difesa si è rifatta alle perizie del 2009 sulla famosa camminata di Alberto Stasi ammettendo la possibilità che il fidanzato di Chiara abbia evitato consapevolmente le macchie di sangue. Per quanto riguarda le suole delle scarpe indossate da Stasi però, la difesa ha spiegato che queste si sarebbero ripulite da sole, con la normale usura, negando quindi che sia stato lo stesso Stasi a cancellare eventuali residui. 

Il pg nella sua requisitoria, aveva sostenuto che Stasi aveva mentito sul ritrovamento del cadavere della fidanzata e che nei suoi confronti esistono indizi gravi, precisi e concordanti, che a suo parere hanno valore di prove e per questo ha chiesto per il giovane commercialista 30 anni di carcere.

(Ha collaborato Gabriele Moroni)