Omicidio di Garlasco, esame di sette testimoni in aula

La Corte d'Assise d'Appello ha convocato l'ingegnere Masimo Panzeri, amministratore delegato dell'Atala, sulla questione del presunto scambio di pedali tra la bici nera e qualla amaranto dell'imputato Alberto Stasi e due carabinieri

Alberto Stasi

Alberto Stasi

Garlasco (Pavia), 3 novembre 2014 - Nuova udienza del processo d'appello bis che vede imputato Alberto Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto del 2007. In aula sono stati convocati dalla Corte d'Assise d'Appello i sette testimoni che il pg Laura Barbaini e il legale di parte civile Gian Luigi Tizzoni avevano chiesto di sentire nelle scorse udienze.

Il primo a essere esaminato e' stato l'ingegner Massimo Panzeri, amministratore delegato della Atala, aziedna di biciclette, sulla questione del presunto scambio di pedali tra la bici nera e quella amaranto dell'imputato.  Due consulenze disposte dal pg avevano accertato che quello scambio, ipotizzato dalla parte civile, non sia in realtà mai avvenuto. Per chiarire cosa effettivamente sia accaduto, la Corte ha ammesso oltre a Panzeri altri due testi. Subito dopo è stata chiamata a testimoniare la responsabile di un'azienda che fabbrica pedaliere, che nel 2004 fece omaggio al padre di Alberto Stasi della bicicletta nera da donna sequestrata lo scorso aprile. In tarda mattinata è il turno dei due consulenti della Procura generale che hanno lavorato sulle impronte insanguinate e lasciate dall'assassino in casa Poggi: un maggiore del Ris e un chimico della casa di produzione del marchio al quale appartengono le scarpe di chi ha ucciso Chiara.

Sono stati ascoltati inoltre due carabinieri in relazione ai presunti graffi su un braccio che Stasi avrebbe avuto quando si presento' nella caserma di Garlasco dopo la morte della sua fidanzata. Per chiarire il "giallo" parlano parlano due brigadieri chiamati dalla Corte, su richiesta della Procura Generale. Durante le indagini integrative svolte dal pg Laura Barbaini quest'estate avevano messo a verbale, sette anni dopo i fatti avvenuti il 13 agosto 2007, di avere visto quei graffi. "I carabinieri oggi hanno confermato di avere notato dei graffi freschi, nella parte interna del braccio sinistro, sotto la manica della maglietta - ha spiegato Paolo Reale, consulente informatico della famiglia Poggi, parlando coi cronisti al termine dell'udienza a porte chiuse perche' col rito abbreviato - erano graffi senza crostequindi freschi. Hanno chiesto a Stasi come se li fosse procurati e lui li ha attribuiti a un contatto col suo cane". Reale ha aggiunto che i carabinieri hanno spiegato di non avere fatto nessuna foto alle braccia e neanche di avere verbalizzato la risposta sul cane, che si sarebbero limitati a riferire ai loro superiori in grado. "I militari - ha concluso Reale - hanno affermato che nel momento in cui hanno visto i graffi erano davanti alla villetta di via Pascoli e decisero di scattare le foto una volta arrivati in caserma perche' li' c'erano troppi giornalisti, ma poi in caserma le foto non vennero scattate".

Infine, e' prevista l'audizione di un ingegnere e un maggiore dei carabinieri che hanno scritto una relazione tecnica sulla marca e sulla taglia della scarpa dell'aggressore. 

(ha collaborato Gabriele Moroni)