La musica entra in carcere e aiuta i detenuti a vivere preparandoli alla libertà

Il progetto ‘Co2 Musica nelle carceri’ ideato da Franco Mussida della Premiata Forneria Marconi.

Il musicista Franco Mussida

Il musicista Franco Mussida

Pavia, 17 febbraio 2016 - Riattivare un arcobaleno di sentimenti attraverso la musica strumentale. E’ l’obiettivo che si pone il progetto ‘Co2 Musica nelle carceri’ ideato da Franco Mussida (chitarrista e cantante che è stato tra i fondatori della Premiata Forneria Marconi) con la collaborazione di psicologi, sociologi, del Cpm Music Institute e di decine di musicisti. Finanziato dalla Siae e promosso dal ministero di Giustizia, ‘Co2’ vuole creare un’audioteca divisa non per generi musicali, ma per stati d’animo. "Attualmente abbiamo caricato 1.200 brani scelti da musicisti come Paolo Fresu e Stefano Bollani – dice Franco Mussida – ma vorremmo arrivare a 20mila pezzi e ampliare la rete delle audioteche passando dalle quattro attuali (Opera, Monza, Rebibbia femminile e Secondigliano) a 25. Sarà un modo di vivere insieme quello che la musica può offrire. Lo scopo è promuovere nei detenuti un risveglio della loro sensibilità emotiva che spesso in quei luoghi di reclusione viene mortificata. Lo si vuol fare mettendo a disposizione speciali audioteche con brani di sola musica strumentale. La sensibilità dei musicisti si confronta con quella dei detenuti, per consentire l’apertura di canali emotivi in quei luoghi intasati dal dolore". Ogni brano viene catalogato con: nome di chi suggerisce, titolo, autore, formazione che lo esegue, area di genere a cui appartiene e stato d’animo prevalente. Nove gli stati d’animo principali in cui è divisa l’audioteca e 18 relativi per un totale di 27.

La sperimentazione del progetto è già partita e ha coinvolto un centinaio di persone. "I detenuti sono guidati da un team che osserva cambiamenti, elabora e analizza i dati raccolti con strumenti informatici e digitali – sottolinea il musicista –. Si dimostra così come il tempo dedicato all’ascolto della musica sia un tempo che rende più consapevoli dei valori della nostra natura interiore, favorendo una maggiore stabilità emotiva individuale, dote importante perché consentirà una maggiore possibilità di reinserimento per chi tornerà libero". I risultati raccolti nelle prime fasi di avvio del progetto saranno presentati il 13 e il 14 giugno in un dibattito internazionale che si terrà nelle aule dell’università di Pavia, partner di ’Co2 Musica nelle carceri’. ’Le chiavi nascoste della musica’ si intitolerà il convegno che, stando alle anticipazioni di Mussida presenterà dati molto interessanti. "L’individuo si rafforza ascoltando musica – conferma l’artista –. I dati lo confermeranno".