Imprenditore scomparso nel 2008, domenicano svela il mistero: trovato il corpo di Stefano Cerri

Era ad un metro di profondità, in una zona boschiva tra Tromello e Garlasco, nei pressi della provinciale 596, dove uno dei dominicani esecutori materiali del delitto avrebbe una casa

Stefano Cerri

Stefano Cerri

Tromello (Pavia), 26 gennaio 2015 - Il cadavere di un uomo è stato trovato tre giorni fa tra Tromello e Garlasco (Pavia). Stando a quanto riferito dagli agenti della squadra mobile, si tratterebbe di Stefano Cerri, imprenditore 48enne scomparso il 10 dicembre 2008 nei pressi della sua azienda a Gratosoglio. A trovare il corpo ridotto ad uno scheletro ma con resti di nastro isolante sul capo e fascette da elettricista alle caviglie, è stato il cane Orso dell'unità cinofila, attivo in coppia con Dogan.

Il corpo era ad un metro di profondità, in una zona boschiva tra Tromello e Garlasco, nei pressi della provinciale 596, dove uno dei dominicani esecutori materiali del delitto avrebbe una casa. Gli scavi sono durati circa un mese, gli agenti sono arrivati all'individuazione del corpo grazie alle dichiarazioni di Marthy Antonio Hernandez Rodriguez, condannato all'ergastolo assieme al connazionale Omar Calcano Manuzeta nel maggio 2012 per l'omicidio Cerri, per il quale sono stati confermati quattro ergastoli in appello.

Rodriguez si sarebbe deciso a parlare con il pm Alberto Nobili a metà dicembre. Non l'aveva mai fatto prima, a sua detta, per paura del mandante dell'omicidio Cerri: Stefano Savasta anche lui condannato all'ergastolo e rivale in amore di Cerri. Dopo il decesso dell'uomo, per infarto, a 53 anni, il 19 novembre scorso alla stazione di Verona, mentre fuggiva, il dominicano ha deciso di parlare. Savasta si era allontanato alcune ore prima dalla sua casa a Sirmione (Brescia) dove era ai domiciliari.

Venendo a mancare Savasta, Marthy Hernandez Rodriguez, dominicano, nel dicembre scorso, ha cominciato a collaborare. Ha riferito che proprio Savasta avrebbe commissionato il rapimento di Cerri, offrendogli 2mila euro. Rodriguez era entrato in azione con un altro dominicano (un terzo è latitante), Omar Calcano, nel dicembre del 2008, prelevando Cerri, con la forza mentre chiudeva la saracinesca della sua ditta in via Gratosoglio. Secondo la sua versione, Rodriguez riteneva che l'imprenditore dovesse solo subire una lezione, ma l'altro avrebbe calcato la mano, picchiando brutalmente Cerri che, tra l'altro, aveva sulla bocca del nastro adesivo. Così si erano accorti che era morto e ne avevano seppellito il corpo in un bosco, legato con nastro isolante e fascette da elettricista.

Gli agenti della Squadra mobile, con a capo Alessandro Giuliano, con quelli della scientifica e l'aiuto delle unità cinofile, hanno subito cominciato le ricerche che hanno richiesto tempo perché il dominicano, a sei anni di distanza, non ricordava esattamente dove avessero seppellito il corpo di Cerri, ora in fase di analisi.

IL MANDANTE - Savasta, ritenuto il mandante dell'omicidio, era stato arrestato nel marzo 2009 per le persecuzioni a Ivana Siviero, donna a cui lui era stato legato dal 1994 al 2005 quando lei lavorava nell'azienda dello stesso Savasta, la Savagrafica, come segretaria e per la quale il titolare nutriva, come disse nel corso della requisitoria nel processo a suo carico il pm Antonio Sangermano "un'ossessione distruttiva". Già allora l'uomo era sospettato di avere avuto un ruolo da protagonista nella scomparsa del rivale in amore, che chiamava "il bastardo di Gratosoglio", l'imprenditore Stefano Cerri, fornitore dell'azienda di Savasta, con cui la donna aveva intrapreso una relazione.