Chiude in casa la compagna incinta, botte e minacce per costringerla ad abortire: denunciato giovane albanese

La ragazza, una 21enne polacca, è riuscita a contattare la madre ed è scattato l'intervento delle forze dell'ordine. Grazie alla collaborazione tra polizia italiana e polacca la giovane è stata soccorsa e salvata

Violenza sulle donne

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Garlasco, 2 settembre 2014 - Minaccia aggravata e violenza privata: è la denuncia spiccata dai carabinieri ai danni di un 28enne albanese irregolare. L'uomo, al momento irreperibile, è al centro di una vicenda partita dalla Polonia e arrivata a Garlasco attraverso una collaborazione internazionale tra forze dell'ordine polacche e italiane. Tutto comincia quando una donna in Polonia si rivolge alla polizia locale raccontando che la figlia di 21 anni si trovava segregata dal compagno albanese in un appartamento della cittadina pavese.

B.K.A., le iniziali della ragazza, era rimasta incinta, ma l'uomo la minacciava con una pistola (giocattolo) e la picchiava per costringerla ad abortire, non lasciandola uscire di casa. La ragazza avrebbe avuto difficoltà a mettersi in contatto telefonicamente con la madre, potendolo fare solo di nascosto dal compagno. Fingendosi familiari, i poliziotti polacchi riuscivano a contattare la ragazza sul cellulare e ad avere conferma del racconto.

Avviate le procedure di coordinazione internazionale, nella serata di lunedì, la sala operativa dell’Interpol di Roma ha attivato i Carabinieri di Garlasco. I militari, fatti gli accertamenti, hanno localizzato in via Mulini l’appartamento e, raggiunti dai colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile di Vigevano, hanno fatto irruzione all’interno dell'abitazione intorno alla mezzanotte.

La ragazza stava dormendo, da sola, in uno dei due appartamenti del complesso abitativo, nel secondo veniva trovato il proprietario di casa con altri stranieri di origine rumena. Dell’albanese M.E. 28 anni, non vi erano tracce a parte il passaporto. La giovane polacca, pur confermando le sue paure ed il suo stato di soggezione psicologica, non sapeva dove si trovasse. Il proprietario di casa, dopo aver tergiversato, ha ammesso di avergli affittato l’appartamento in nero. Trovata anche una pistola giocattolo, quella utilizzata per le minacce, a casa del proprietario B.C., garlaschese di 59 anni denunciato poi per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per aver ospitato un irregolare.

A parte le prime due denunce, sulla base dei primi accertamenti i carabinieri non hanno configurato il reato di sequestro di persona. Una vicenda complicata, accaduta peraltro nel primo giorno di servizio del nuovo comandante della Stazione Carabinieri di Garlasco.