Meningite batterica fulminante uccide un bambino di un anno

Vigevano, Alexander era tornato da poco dalla Moldavia di UMBERTO ZANICHELLI

Il pronto soccorso di Vigevano

Il pronto soccorso di Vigevano

Vigevano (Pavia), 2 febbraio 2016 - E' morto tre ore dopo il ricovero al Pronto soccorso dell’ospedale di Vigevano. A uccidere il piccolo Alexander, 14 mesi appena, è stata la sindrome di Waterhouse-Friderichsen, una setticemia fulminante che è provocata dalla meningite di tipo B, la forma più rara ma più pericolosa dell’infiammazione che interessa le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. È accaduto sabato ma solo ieri, a seguito dei primi esami di laboratorio, si è appresa l’esatta causa del decesso del bambino, di nazionalità moldava, che il 22 gennaio era rientrato dal suo Paese d’origine e aveva fatto ritorno a Mortara, dove abitava con la famiglia.

Da qualche giorno il piccolo accusava febbre sempre molto alta che non accennava a scendere con i normali farmaci anti-piretici. Sabato mattina la mamma è andata al lavoro e lo ha affidato ad una zia: di lì a poche ore la febbre è salita ancora e la donna, comprensibilmente spaventata, ha chiesto aiuto al Pronto soccorso di Vigevano. Il piccolo è arrivato alle 10.30 ed è stato subito indirizzato al Pronto soccorso pediatrico: i medici che lo avevano visitato si erano subito resi conto dell’estrema gravità delle sue condizioni. Il bambino è stato subito sottoposto a una massiccia terapia antibiotica per fronteggiare al meglio possibile il dilagare dell’infezione. Alle 13 però Alexander si è arreso: accanto a lui in quel momento c’erano tre rianimatori e un pediatra che hanno fatto il possibile per aiutarlo. In prima battuta il decesso è stato attribuito a uno choc da infezione batterica, in attesa che gli ulteriori approfondimenti ne evidenziassero i contorni. E ieri il responso: sindrome di Waterhouse-Friderichsen, che provoca una insufficienza surrenalica secondaria con emorragia.

Si tratta di una patologia che si può manifestare a qualunque età ma che ha la sua maggiore incidenza nell’età infantile quando il decesso può arrivare anche nell’arco di poche ore. Il trattamento, se riconosciuta in modo rapido, prevede una terapia a base di antibiotici e il sostegno delle funzioni vitali: in questo caso la guarigione può avvenire anche in caso di un quadro clinico fortemente compromesso. La salma del bambino è stata trasferita all’obitorio in attesa dell’autopsia che consentirà di eliminare ogni dubbio. Nel frattempo è stata avviata la terapia antibiotica per i genitori del piccolo e per tutti coloro che sono stati a contatto del bambino nelle ultime settimane. I medici hanno comunque escluso la possibilità di contagio a carico di altri soggetti. Non è escluso che il piccolo possa aver contratto l’infezione nel recente viaggio in Moldavia.

di UMBERTO ZANICHELLI