Pinarolo Po, 26 febbraio 2015 - Imperturbabile, come di ghiaccio. Non ha spiegato la sua versione dei fatti Luca Garlaschelli, 24 anni, accusato di avere ucciso a martellate il padre Siro, 50 anni. Il ragazzo ha scelto di non replicare alle domande poste dal Gip di Pavia durante l’interrogatorio di ieri mattina. Il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non ha tradito emozioni e non ha detto altro se non che non voleva parlare.
Il pubblico ministero Mario Andrigo ha nominato un medico per una consulenza psichiatrica sull’indagato, opzione che è stata appoggiata anche dalla difesa. L’arresto del 24enne è stato convalidato ed è confermata la modalità di custodia cautelare, quindi il giovane al momento rimane in carcere a Torre del Gallo. La difesa non ha presentato istanze per misure alternative. Con la morte del padre, sopraggiunta lunedì, la posizione di Garlaschelli si è aggravata. Sabato pomeriggio intorno alle 17, il 24enne aveva fracassato la testa del genitore con una mazza da muratore, in una stanza adibita a studio nella loro villetta di via Salvo D’Acquisto a Pinarolo Po. Poi, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe preso un coltello e avrebbe letteralmente pugnalato lo schermo del televisore, spaccandolo. Poi ha chiamato i carabinieri, chiedendo di intervenire e dicendo loro di avere ucciso il padre. Siro Garlaschelli in realtà non era morto, le sue condizioni da subito erano però parse disperate.
Non è sopravvissuto alle ferite al capo, che ora saranno valutate nel corso dell’autopsia, fissata per stamattina all’Istituto di medicina legale di Pavia. L’esame valuterà anche il numero dei colpi inferti e la direzione, per aggiungere dettagli alla dinamica: sembra infatti che la vittima sia stata inizialmente colpita alle spalle. Siro Garlaschelli lascia la moglie e una figlia di tredici anni. Il movente dell’omicidio sembra trarre origine da dissidi personali tra padre e figlio. Sembra ci fossero litigi tra i due, alimentati dalla mancanza di lavoro di Luca. Diplomato all’Ipsia, piuttosto solitario, l’indagato due anni fa era improvvisamente fuggito a Tahiti, nella Polinesia francese, per cercare una svolta alla sua situazione.