Retorbido, contro l'inceneritore di pneumatici la carica degli ottomila

Sindaci, artisti e tante persone comuni per dire no all’impianto. Previsto un macchinario per smaltire 100 tonnellate al giorno, secondo il progetto di PIERANGELA RAVIZZA

Famiglie e persone di tutte le età, compreso un 93enne

Famiglie e persone di tutte le età, compreso un 93enne

Retorbido, 23 maggio 2016 - La “carica” degli ottomila (tanti erano in base ai dati ufficiali) contro l’inceneritore che - secondo il progetto originario - dovrebbe bruciare più di cento tonnellate di pneumatici fuori uso al giorno. Un successo al di sopra delle aspettative, dunque, la manifestazione di ieri pomeriggio per dire no all’“impianto pirolisi”: una dozzina i sindaci anche dalla Lomellina e dal Pavese, quasi tutta la popolazione di Retorbido e Codevilla, famiglie con bambini, ma anche anziani come un invalido di 93 anni oppure Aldo Poggi, 82 anni compiuti, intervenuto in compagnia della moglie, Angela Bozzola, di poco più giovane: «perchè vogliono rovinare un paesaggio del genere?» hanno detto.

Al loro fianco personaggi della cultura e dello spettacolo come Roberto Vecchioni, Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta. All’ultimo momento, a causa di qualche linea di febbre, ha invece dato forfait il premio Nobel Dario Fo: «Ma verrò di sicuro quando festeggerete avendo vinto la battaglia» ha scritto in un messaggio indirizzato al comitato contro l’impianto pirolisi. Un esercito, di donne, uomini, ragazzi e ragazze che ha saputo organizzare, curando ogni dettaglio, uno dei più grandi raduni che si siano mai tenuti in Oltrepo. Dito puntato da più parti e in più interventi sulla tecnologia che è alla base del progetto: obsoleta, superata, persino anti economica - è stato detto -: altrove, come nell’Europa del nord e negli Usa, i pneumatici non vengono bruciati ma recuperati per farne anche materiale per asfaltare strade. «Sono qui perchè penso al futuro dei miei nipoti, non a quello di domani come fa la politica. E questa è una zona che merita rispetto, non inquinamento», ha detto Enzo Iacchetti. Giobbe Covatta va giù ancora più duro: «Qualcuno dei politici deve mettersi in testa che la moltiplicazione dei pani e dei pesci è finita. Più che distruggere i rifiuti, bisogna pensare a non crearli». Sulla stessa linea Roberto Vecchioni: «Canto alla faccia di chi vuol mettere l’inceneritore. Ma perchè sempre nei posti dove vive la gente normale?».

Il consigliere regionale Pd, Pep Villani, è venuto non tanto a polemizzare quanto a ricordare: «Non esiste da nessuna parte al mondo che si voglia fare un impianto del genere senza sperimentazione in laboratorio per il periodo che serve, cioè almeno due anni». C’è stato anche un referendum estemporaneo («per risparmiare sui soldi dello Stato», è stato detto) con un risultato nettisismo: un no urlato a squarciagola da migliaia di persone. «Ora ci sono promesse e si dice che ci sarà una mozione in Regione Lombardia per stoppare impianti per il trattamento rifiuti in Valle Staffora. Bene, lo chiedevamo già un anno fa, ma ci crederemo quanto tutto l’iter sarà cancellato - dichiara Marco Dapiaggi a nome del comitato -. Questa è l’ultima manifestazione pacifica qui. Poi andremo a manifestare là dove non possono più ignorare quello che la gente vuole e cioè salvare il territorio in cui vive».