Gambolò, uccise l’uomo cui aveva 'prestato' la fidanzata: ergastolo nonostante lo sconto

Pena massima per il 32enne Mike Bianchi, che prima si era accordato con Driss Sabiri per un finto matrimonio con la sua ragazza, in modo da fargli ottenere la cittadinanza. Poi, quando aveva sospettato una vera relazione, l'aveva preso a fucilate

I soccorsi a Sabiri

I soccorsi a Sabiri

Gambolò (Pavia), 27 maggio 2015 - Ergastolo. Mike Bianchi, 32enne sinti di Gambolò, ieri è stato condannato in primo grado al carcere a vita dal Gup di Pavia per l’omicidio di Driss Sabiri, marocchino di 30 anni ucciso con una fucilata il 16 aprile dell’anno scorso. Bianchi, che ha avuto il massimo della pena, aveva scelto di essere processato con rito abbreviato, forma di giudizio che prevede uno sconto in caso di condanna. Nel suo caso, alla pena dell’ergastolo con isolamento è stato scontato proprio l’isolamento.

All’imputato sono state riconosciute le aggravanti del possesso dell’arma detenuta illegalmente e della recidiva infraquinquennale, dato che aveva precedenti per reati contro il patrimonio. E infatti, al momento dell’omicidio si trovava agli arresti domiciliari. Considerata, come motivazione abietta, anche la premeditazione del delitto. Bianchi dovrà inoltre versare una provvisionale da 20mila euro al fratello della vittima, che si è costituito parte civile con l’avvocato Luca Baratella: "Siamo perfettamente concordi con la decisione del giudice", ha commentato il legale.

Il movente dell’omicidio trae origine da un’intricata vicenda passionale. Sabiri, Bianchi e il fratello di quest’ultimo, Johnny, si erano messi d’accordo per combinare un matrimonio tra il maghrebino e la fidanzata di Mike, al fine di far ottenere al marocchino la cittadinanza italiana. Ma il 32enne aveva iniziato a sospettare che tra Sabiri e la giovane donna ci fosse davvero una relazione, tanto da avere il dubbio che il figlio che la ragazza portava in grembo non fosse suo, ma del marocchino.

Con la scusa di parlare della trattativa per predisporre il matrimonio, Mike Bianchi aveva attirato Sabiri a casa sua in via Roma a Gambolò, lì insieme al fratello gli aveva sparato. Entrambi erano stati arrestati. Johnny si era subito addebitato ogni colpa, poi si era ucciso in carcere a Torre del Gallo tre mesi dopo il delitto. Sabiri in Marocco aveva già una moglie e un figlioletto, la donna non si è costituita parte civile ma in qualità di parte offesa è stata rappresentata durante il processo dal suo legale Alessandro Carluccio. Mike Bianchi invece era assistito dall’avvocato Roberta Rossetti: "Ricorreremo sicuramente in appello", ha spiegato il difensore.