L’ex-Diaspa ora può ripartire: da giugno lavoreranno in 15

Corana, ossigeno per l'Oltrepo: investiti 18 milioni di euro

Il tavolo dei relatori

Il tavolo dei relatori

Corana, 27 maggio 2016 - "L’investimento complessivo è di 18 milioni di euro, in un progetto su un anno e mezzo. Ho già firmato le prime 15 assunzioni, al lavoro dal primo giugno, e a regime arriveremo a 60 persone. Il vero lavoro comincia ora". Fulvio Benigni di Industriale Chimica Srl (gruppo Chemo), affiancato da Antonio Lissoni, ha illustrato ieri in Comune a Corana il progetto di rilancio dello stabilimento ex-Diaspa. Il sindaco di Corana, Vittorio Balduzzi, il presidente provinciale Daniele Bosone, affiancato dall’assessore alle Politiche ambientali Michele Bozzano, il curatore fallimentare Massimo Mustarelli, il rappresentante sindacale Piero Sozzè e Marco Salvadeo di Confindustria Pavia, completano il tavolo convocato per l’annuncio che per Corana, ma anche per tutta la provincia, è una vera e propria boccata d’ossigeno. "

Proprio alla fine del mio mandato - commenta Bosone - è la prima volta che siamo qui per parlare non di una ditta che chiude ma di una realtà produttiva che si insedia. E’ una grande notizia sotto diversi aspetti, da quello occupazionale a quello ambientale, perché il sito dismesso era una bomba ecologica innestata, che questa acquisizione permette di disinnescare al meglio". "Avevamo ricevuto anche altre proposte - ricorda il sindaco Balduzzi - per questo e per gli altri stabilimenti dismessi, ma abbiamo anche sempre valutato gli impatti ambientali correlati. Ci era stata proposta anche la riconversione di un impianto per la pirolisi. Ma siamo sempre stati dell’idea che non si baratta la salute dei cittadini e abbiamo tenuto duro finché non è arrivata la proposta di questi imprenditori che insieme al rilancio dello stabilmento ci danno anche garanzie per la tutela ambientale".

"Per un curatore fallimentare - dice Mustarelli - sarebbe stato più semplice pagare i creditori vendendo i fermentatori ad acquirenti che li avrebbero portati altrove, ma l’obiettivo è sempre stato quello del rilancio dello stabilimento. E la tenacia mi è venuta dalle persone, che io stesso avevo dovuto licenziare, che si sono assunte anche l’ingrato compito di custodire lo stabilimento dismesso evitando sciacallaggi". "Il nostro progetto - conclude Benigni - prevede l’integrazione della nostra fabbrica di Saronno con questo impianto a Corana per la fermentazione enzimatica".