Meno fallimenti e produzione in ripresa: resta da vincere la sfida dell’export

Il presidente della Camera di Commercio: dal 2016 un quadro positivo

Franco Bosi, presidente della Camera di Commercio di Pavia

Franco Bosi, presidente della Camera di Commercio di Pavia

Pavia, 5 dicembre 2016 - «Rallenta la corsa dei fallimenti delle imprese pavesi: tra gennaio e settembre di quest’anno le aziende in scioglimento o liquidazione a seguito di procedure concorsuali sono diminuite di 322 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015. In termini percentuali, la frenata è vicina al 18% e segna un’inversione di tendenza rispetto al trend degli ultimi 4 anni». Franco Bosi, presidente della Camera di commercio di Pavia, ha tracciato il quadro della situazione economica provinciale ieri mattina, in occasione del Premio fedeltà al lavoro e al progresso economico.

«La nostra provincia - ha detto Bosi - restituisce un quadro complessivamente positivo con una dinamica della produzione industriale, nei primi 9 mesi dell’anno, che registra un incremento del 2,5%, in accelerazione rispetto al dato medio del 2015 (+2,2%) e che pone Pavia in seconda posizione nella graduatoria regionale«. Non più, dunque, la Cenerentola della Lombardia. «È un trend positivo - prosegue Bosi - che investe anche la produzione artigiana, che finalmente inverte il segno di tendenza negativo che si è trascinata negli ultimi anni e spunta, tra gennaio e ottobre, una variazione dell’1,5%, superiore anche al dato medio regionale (1,3%)».

Per quel che riguarda i dati dal registro imprese camerale, l’effetto del rallentamento dei fallimenti è un saldo positivo, anche se di poco, tra cessazioni e nuove aperture: «Il ridimensionamento del tessuto imprenditoriale pavese - sottolinea il presidente Bosi - sembra allentarsi e a fine ottobre lo stock delle imprese registrate è di 47.889 unità, con un saldo positivo da inizio anno pari allo 0,4%, con un processo di ristrutturazione che si orienta verso forme societarie più articolate e capitalizzate». Un altro dato significativo: «Anche i protesti - spiega Bosi - sono in fortissimo calo nel 2016: tra gennaio e ottobre i pavesi hanno visto poco più di 3 milioni di euro in assegni e cambiali rinviati al mittente. Il ‘buco’ è esattamente della metà rispetto al 2015, quando superò il valore di 6 milioni di euro».

Resta ancora però un dato negativo: «In provincia soffre ancora l’export - conclude Bosi - con una contrazione che prosegue da un paio d’anni, dovuta soprattutto alla forte riduzione dei valori esportati di articoli farmaceutici (-19%), di prodotti alimentari (-21%), di prodotti petroliferi raffinati (-53%) e di macchinari e apparecchi (-11%), con variazioni che, va tuttavia ricordato, ‘rimbalzano’ su dati particolarmente positivi degli anni precedenti e che risentono di politiche internazionali come il prezzo del petrolio e l’assenza di clausole di salvaguardia per importazioni di riso da paesi terzi, tra le altre».