Giovedì 18 Aprile 2024

E' morta la donna segregata e malnutrita: da tre anni viveva in un letto. Una coppia malata di isolamento

Laura Carla Lodola è morta a 55 anni. Un fidanzamento trentennale con il compagno Antonio Calandrini, ma nel tempo la coppia si è sempre più chiusa fino a non rispondere nemmeno al telefono di Nicoletta Pisanu

3 - Donna denutrita morta in casa

3 - Donna denutrita morta in casa

Pavia, 28 gennaio 2015 - Non ce l'ha fatta. Dopo due giorni di agonia, ieri alle 4,30 Laura Carla Lodola è morta. La donna, 55 anni, era stata trovata in coma e denutrita lunedì nell’appartamento di via Tasso a Pavia che condivideva con il compagno. Lui, Antonio Calandrini, 60 anni, era stato arrestato: ora la sua posizione si aggrava. Al momento si trova in carcere. La Procura di Pavia sta valutando il caso, ieri il pubblico ministero Ethel Ancona ha depositato la richiesta di convalida del fermo e ha formulato un’accusa provvisoria di morte in conseguenza di maltrattamenti.

A Calandrini sono contestati anche i reati di sequestro di persona e abbandono. Lui, interrogato, ha spiegato di averla voluta curare, ma «lei si rifiutava». Il sospetto degli inquirenti è che la donna fosse a letto da circa tre anni, pesava quindici chili e riportava i segni di una lunga permanenza in posizione sdraiata. Stamattina è prevista l’autopsia, che chiarirà la causa esatta del decesso e dettagli utili all’indagine, per esempio di che cosa si nutrisse la donna.

Il convivente ha raccontato di averle dato «passato di verdura» e di non essersi reso conto della gravità delle sue condizioni. Verranno ascoltati anche i vicini e i parenti della donna. I primi avevano spiegato di sentire spesso «urla e lamenti terribili» provenire dall’appartamento dove Lodola e Calandrini abitavano. I fratelli avevano invece affermato di non avere sue notizie da anni. Emergono intanto dettagli della vita di coppia della vittima e del suo compagno.

Un fidanzamento trentennale, iniziato negli anni Ottanta e culminato nella convivenza cominciata nel 1992. Gli inquirenti ipotizzano che lei da quel momento non sia più uscita di casa, ancora da chiarire se si sia trattato di una scelta o di un’imposizione. Poco a poco i due avrebbero anche smesso di rispondere al telefono. Lui lavorava come portinaio al Collegio Nuovo di Pavia e subito, dopo il turno, tornava a casa da lei; non frequentava altre persone. Non risulta che Lodola abbia mai avuto un impiego. Quando lei aveva iniziato a stare male - ancora da precisare l’anno e le cause - Calandrini aveva preso numerose aspettative dal lavoro per assisterla. E anche in questo periodo era a casa con lei. Ancora una volta nel totale isolamento, fino alla fine.