Zavattarello scopre l’Afrobeat: i ritmi dance dei richiedenti asilo

Nel centro di accoglienza del borgo è nato un gruppo musicale

La band dei migranti

La band dei migranti

Zavattarello (Pavia), 19 aprile 2017 - Cercare l’integrazione attraverso la musica e il divertimento. E così, i migranti ospiti al Centro d’accoglienza di Zavattarello hanno fondato un gruppo. Gli artisti della “Zava refugee Afrobeat band” debutteranno tra pochi giorni, il 24 aprile, alla discoteca del paese. Provengono da diversi Stati africani, sono cristiani e musulmani, di loro si occupano i cooperanti dell’associazione Lia. La serata, organizzata con il titolare della discoteca Milleluci Mauro Comaschi, è stata chiamata “Afro party”: "Sarà una sorta di ritorno al futuro dei ritmi Afro anni Ottanta e Novanta, che incontreranno la versione afrobeat dei giorni nostri – spiegano il responsabile della struttura Matteo Vairo e il mediatore culturale Walimohammad Atai –. Musicisti e cantanti d’eccezione si esibiranno promuovendo la propria creatività e portando il pubblico in un viaggio sensoriale in Africa Occidentale trasponendo timbri vocali, ritmi e tradizioni musicali così diversi da quelli occidentali".

E sottolineano: "La serata assumerà una intrinseca valenza sociale: non solo il gruppo musicale, cristiani e musulmani, francofoni e anglofoni, sarà la testimonianza di un integrazione etnica, sociale e religiosa riuscita, ma la discoteca si trasformerà in un altro spazio d’interazione e integrazione tra richiedenti asilo e la popolazione giovanile locale, inoltre l’occasione sarà proficua anche per mostrare quanto prodotto nei laboratori interni del Centro". I migranti ospiti a Zavattarello avevano già partecipato, in occasione del Natale, al tradizionale presepe vivente che ogni anno viene organizzato nel paese della Val Tidone. Inoltre, avevano esposto i loro manufatti alle bancarelle nel borgo. In questo caso, «gli strumenti musicali sono in parte realizzati con materiali di riciclo, in parte donati da privati cittadini, mentre gli abiti di scena sono interamente realizzati dal sarto senegalese della struttura».