Picchiata per anni dal marito, ritira la denuncia: "Lui beve, l’ho perdonato"

Trentenne di Pavia: non voglio accanirmi, è il padre di mio figlio

Violenza

Violenza

Pavia, 18 gennaio 2017 - Presa a pugni, a calci, trascinata per casa e poi pestata. Inizialmente aveva denunciato l’ex marito violento, ma lunedì in tribunale a Pavia ha dichiarato di voler ritirare la querela. Per lui, un 33enne della provincia di Napoli, il processo continua ugualmente: se con la scelta della parte offesa sono decadute le accuse, presenti nel capo d’imputazione, di lesioni personali e sottrazione di minore, rimane pendente quella di maltrattamenti, per cui si procede d’ufficio. La vittima e l’imputato si sono sposati nel 2009, insieme abitavano in provincia di Pavia. Ma nel corso del matrimonio, durato fino al 2013, diversi sono stati secondo gli inquirenti gli episodi di violenza nei confronti della donna. Lei ha riferito di trovare spesso il marito intento a bere alcolici sin dal mattino, situazione che portava i due a litigare. E poi il diverbio in più occasioni è sfociato in aggressione fisica. La coppia ha un bambino di quattro anni: in fase di separazione il padre si è rifiutato in un’occasione di riconsegnare il piccolo, motivo che aveva fatto scattare l’accusa di sottrazione di minore. Al processo la donna si è costituita parte civile. Lunedì, il cambio di rotta: riferendo di essere «serena» e che i rapporti con l’ex erano migliorati, ha ritenuto di far cadere le accuse formulate contro di lui. La signora ha attribuito la colpa delle violenze subite all’alcol, raccontando che l’uomo «non era in sé» quando la picchiava: «Non voglio accanirmi contro il padre di mio figlio», ha detto. Durante le aggressioni le ha provocato lividi e ferite, refertati in pronto soccorso. Lei stessa ha ricordato di quando una volta lui l’aveva trascinata dal bagno al soggiorno per poi malmenarla sul divano. L’imputato ha negato le violenze, definendo screzi le tensioni con la coniuge. Dopo la separazione, i due hanno preso strade diverse, andando anche ad abitare in città differenti. La conclusione del procedimento è attesa per aprile, nel frattempo l’accusa ha chiesto per il 33enne la condanna a un anno di reclusione.