Garlasco, Stasi in aula come parte offesa: "Diffamato e minacciato da una donna"

L'ex bocconiano a Milano al processo contro "una persona - dice lui - che aveva un'ossessione nei miei confronti"

L'ingresso di Alberto Stasi in tribunale

L'ingresso di Alberto Stasi in tribunale

Garlasco (Pavia), 15 novembre 2017 - Alberto Stasi per la prima volta parla pubblicamente in un'aula di giustizia dopo la condanna definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Lo ha fatto a Milano come parte offesa in un processo a carico di una donna, accusata di diffamazione e minacce aggravate pubblicate su una pagina Facebook di cui lei era una delle amministratrici."Una persona - dice Stasi - che aveva un'ossessione nei miei confronti".  Durante la sua deposizione in aula, l'ex bocconiano ha raccontato di essersi accorto della pagina "incriminata" nel dicembre 2011.

Stasi ha spiegato in aula che gli iscritti al gruppo avevano postato non solo "che io avevo il codice dell'allarme della casa dei Poggi" e altre frasi inerenti al processo per l'omicidio, "ma anche inerenti alla mia vita personale, che facevo festini a sfondo omosessuale e gay". E poi insulti  e accuse "come corruzione di periti e giudici e di vendita di organi umani". Inoltre c'erano frasi di minacce come "Stasi sei finito, la pagherai, non basteranno i proiettili a fermare la parola divina".  L'ex bocconiano ha anche raccontato di essere stato pedinato e fotografato dalla donna imputata mentre era nella sua auto in un parcheggio a Milano. "Se si leggono le centinaia di messaggi pubblicati si comprende l'ossessione di questa persona nei miei confronti", ha concluso Stasi, sottolineando come la vicenda abbia avuto un "impatto emotivo" su di lui e sulle persone che gli sono vicine. Il processo riprenderà il prossimo 14 febbraio.