Sparatoria a Garlasco, il killer tace

Atteso un secondo interrogatorio. Sgherbini è stato freddato da un solo colpo di pistola, arma che poi Piazza ha abbandonato e che non è stata ritrovata dagli investigatori

Massimo Piazza, 43 anni

Massimo Piazza, 43 anni

Pavia, 14 luglio 2017 - Un inghippo burocratico e il fermo di Massimo Piazza, indagato per l’omicidio di Jader Sgherbini, non è stato convalidato. Piazza, che ha confessato il delitto lunedì notte, resta comunque in carcere per l’applicazione della misura cautelare da parte del Gip di Pavia. Ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia, durante il quale Piazza ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il Gip tuttavia non ha potuto procedere alla convalida perché è stato accertato che la richiesta era stata inviata alcune ore dopo il termine previsto dalla legge. Il Gip quindi ha applicato una misura cautelare affinché Piazza restasse in carcere e ha fissato un secondo interrogatorio di garanzia per stamattina. Si tratta di una circostanza particolare che è raro incontrare nell’inter giudiziario normale. Oggi quindi Piazza sarà nuovamente interrogato dal giudice. E in contemporanea, si svolgerà l’autopsia sul corpo della vittima.

Sgherbini è stato freddato da un solo colpo di pistola, arma che poi Piazza ha abbandonato e che non è stata ritrovata dagli investigatori. I carabinieri sono al lavoro per recuperarela. Si tratterebbe di una pistola di piccolo calibro, come confermato dal ritrovamento di un solo bossolo di 7,65 in piazza Unità d’Italia, della quale Piazza si sarebbe liberato nelle vicinanze del ponte sul Ticino quando cioè è stato intercettato dai militari. Quando ha visto gli uomini in divisa, Piazza avrebbe gettato l’arma tra i rovi cercando poi di fuggire in direzione di Abbiategrasso. Ma dopo qualche chilometro, in territorio di Ozzero è stato bloccato. Con lui c’erano la compagna e il figlio di lei che l’uomo aveva caricato in auto subito dopo l’omicidio: forse pensava che vedendo quella che poteva sembrare una famiglia i carabinieri non lo avrebbero notato. In realtà a quel punto i militari non solo sapevano di dover rintracciare una Alfa 159 scura ma anche che era lui al volante. Tra i molti aspetti ancora oscuri della vicenda che ha portato al tragico finale di lunedì, c’è anche il movente. Sembra acclarato che tra Piazza e Sgherbini ci fossero già state discussioni nelle ultime settimane precedenti, per ragioni economiche che sono ancora in fase di accertamento. Ci sarebbero stati in ballo dei soldi, ma non è chiaro chi li dovesse a chi e soprattutto per quale ragione.