Delitto di Garlasco: archiviata inchiesta su Sempio: "Perizia suggestiva e inconsistente"

Il gip di Pavia ha accolto la richiesta della Procura, Andrea Sempio non c’entra

Andrea Sempio e Alberto Stasi (Ansa)

Andrea Sempio e Alberto Stasi (Ansa)

Pavia, 29 marzo 2017 -  «... Tale integrazione depositata dalla difesa altro non era che un maldestro tentativo di trovare, ancora una volta un colpevole alternativo ad Alberto Stasi nell’ambito di una strategia difensiva già emersa nel corso del processo di appello bis nella quale la difesa ha sempre tentato di deviare l’attenzione da Stasi su fantomatici terzi soggetti». Parole saettate dal procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e dal sostituto Giulia Pezzino nella richiesta di archiviazione. Il giudice delle indagini preliminari Fabio Lambertucci ha accolto e archiviato il procedimento a carico di Andrea Sempio, iscritto da dicembre nel registro degli indagati per l’omicidio di Chiara Poggi, il 13 agosto 2007 a Garlasco. «In conclusione - scrive il gip al termine delle dieci pagine del decreto -, se è non condivisibile ma umanamente comprensibile l’intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l’esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie ci si deve tuttavia arrestare di fronte all’inconsistenza degli sforzi profusi della difesa e tendenti a rinvenire un diverso, alternativo colpevole dell’uccisione di Chiara Poggi».

Andrea Sempio, 29 anni, di Garlasco, fratello minore di Chiara Poggi, era stato indagato dopo un esposto-denuncia presentato alla procura generale da Elisabetta Ligabò, madre di Alberto Stasi (che sconta una condanna definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara). Cardine dell’esposto la consulenza del biologo forense Pasquale Linarello. IL DNA.Il codice genetico di Sempio era stato estrapolato da un cucchiaino del caffè e da una bottiglietta d’acqua. Secondo Linarello esisteva una perfetta compatibilità genetica fra il cromosoma Y di Sempio e quello su due margini ungueali di Chiara. Il gip Lambertucci annota: «Questo giudicante tralascia ogni considerazione sulla correttezza dell’intera procedura seguita per ‘catturare’ il Dna di Sempio, evitando di interrogarsi sul rispetto dei principi di riservatezza e di identità personale dell’interessato nonché sulla correttezza tecnica dell’esame genetico proposto. In ogni caso concorda con il pubblico ministero nel considerare come radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerta oggi dalla difesa Stasi».

La perizia affidata al professor Francesco De Stefano aveva concluso che il materiale genetico sulle unghie della vittima, scarso, degradato, contaminato, non era utilizzabile per «definire una ipotesi di identità, quindi per effettuare alcun confronto con un profilo genetico». Concordi i consulenti della difesa. Fissato questo punto, per il gip pavese «la conclusione che pare di poter trarre è che non vi è alcuna corrispondenza ... Ciò equivale a dire che la consulenza Linarello è assai suggestiva ma totalmente priva di valore scientifico». Un’eventuale, esigua, “mediata” presenza genetica di Sempio, si spiegherebbe con il fatto che il giovane frequentava casa Poggi e usava il pc di Chiara, nella camera della ragazza. Sempio ha ricostruito in maniera veritiera la sua mattinata in quel giorno d’agosto. Non aveva motivo per uccidere Chiara. Calza scarpe numero 44, l’assassino portava il 42. Il nome nuovo. La procura ha ascoltato l’uomo (segnalato dalla difesa) che dopo la Cassazione si presentò nel negozio della famiglia Stasi sostenendo di avere informazioni. Ascoltato dalla procura, ha dichiarato che la mattina del delitto aveva visto un uomo che sospettava come autore di un furto nella sua abitazione, in sella a una bicicletta nera da donna. Era in zona, ma non aveva notato se svoltava in via Pascoli, dove risiedono i Poggi. Nel cestino della bici avrebbe adocchiato un “piede di porco”. Per il gip la testimonianza è viziata da “pregiudizi di carattere sociale e personale”.