Dario Scotti e la sua Moto Guzzi a Samarcanda per aiutare i bimbi

Tappa di metà viaggio per la spedizione pavese verso Est

Un momento della visita nel centro di accoglienza a Samarcanda

Un momento della visita nel centro di accoglienza a Samarcanda

Pavia, 23 giugno 2017 - "Mi commuove questa vitalità, questa gioia condivisa per cose semplici, e anche quest’inedita vicinanza che si può instaurare tra gente di luoghi e tradizioni lontani. Le cose belle e buone sono tali ovunque". È un inedito Dario Scotti commosso che da Samarcanda racconta l’incontro alla Casa di accoglienza Mehribonlik, riconosciuta dal ministero dell’istruzione uzbeko, che ha avviato un programma di rafforzamento per 150 bambini e ragazzi, scongiurandone i rischi di abbandono e sfruttamento. Giunto a metà il viaggio organizzato da Riso Scotti su Moto Guzzi “Sulla via della seta e del riso”, è stato però già portato a termine l’obiettivo della solidarietà, l’aspetto sociale della spedizione TransAsiatica 2017: Riso Scotti ha donato l’aiuto concreto per garantire due pasti al giorno e sostegno all’istruzione.

"Questa generazione – prosegue il commento del presidente di Riso Scotti – sarà portatrice di nuova cultura, nuovi valori e nuove iniziative. Mi auguro davvero che il nostro viaggio e l’attenzione che riusciremo a rivolgere a questi luoghi possa essere di un qualche aiuto concreto". Al termine dell’ottavo giorno di viaggio, la spedizione di Riso Scotti è approdata a Samarcanda dopo aver attraversato tre dei sei Paesi previsti dall’intero percorso, che si concluderà il 30 giugno a Kashgar, in Cina. Da Mashad, in Iran, lungo tutto il deserto Turkmeno, passata la frontiera uzbeka, raggiunta la metropoli millenaria in un’atmosfera definita "da ultima frontiera". "La storia è ovunque, nella sua straripante bellezza" racconta il diario di viaggio (sul sito risoscottifeedtheplanet.it). Ma, accanto alla storia, le difficoltà del presente: "Le condizioni economiche e sociali critiche – prosegue infatti il diario di viaggio – fanno sì che l’abbandono dei bambini sia una delle piaghe peggiori e molti orfanotrofi rischiano di sopravvivere solo grazie a donazioni".