Trapianti, numeri da record all'ospedale San Matteo

I dati dei team di specialisti del policlinico

Medici al lavoro in sala operatoria

Medici al lavoro in sala operatoria

Pavia, 3 dicembre 2016 - La speranza è arrivata da un ospedale sardo. Nell’isola un team del San Matteo guidato dal chirurgo toracico Filippo Antonacci ha prelevato due polmoni da trapiantare su una donna di 49 anni residente in provincia di Varese. L’intervento eseguito al Policlinico da Andrea D’Armini è andato bene. Attualmente la paziente è in terapia intensiva, ma l’iter post chirurgico fa supporre che presto sarà ricoverata in reparto. E grazie anche a questa operazione, continua con grande intensità l’attività di tutta l’area trapiantologica del San Matteo. Negli ultimi 15 giorni sono stati realizzati, con buon esito, un trapianto di cuore e due trapianti di polmone. I pazienti sono attualmente degenti in reparto, dopo un breve periodo in terapia intensiva. A oggi sono stati realizzati 23 trapianti (11 polmoni e 12 cuori), tre in più rispetto allo scorso anno, con un mese ancora a disposizione. Il Policlinico è l’unico centro ospedaliero, insieme alle Molinette di Torino, in cui lo stesso team realizza sia il trapianto di cuore che di polmone. Numeri significativi anche quelli di Massimo Abelli per quanto riguarda il trapianto di rene: 6 negli ultimi 15 giorni, con un impegno massiccio di risorse medico-infermieristiche.

A oggi sno stati 37 i trapianti realizzati: il più alto numero, in assoluto, mai raggiunto da quando al San Matteo si effettua il trapianto di rene. Il team di area guidato da Andrea D’Armini, invece, ha realizzato l’altro giorno un intervento chirurgico su una paziente di 76 anni di Reggio Calabria, affidata alle cure degli specialisti del San Matteo per ipertensione polmonare. Il Policlinico è uno dei centri ospedalieri più importanti in Italia per il trattamento di questa patologia che è il segno di una condizione particolarmente sfavorevole per la funzione cardiaca. Ma, mentre la donna era in attesa dell’intervento, i medici hanno scoperto che aveva anche un difetto congenito al cuore, concausa, insieme alla malattia cronica tromboembolica, dell’ipertensione polmonare. «Così nel corso dell’intervento – racconta D’Armini – sono state pulite le arterie polmonari e corretto il difetto congenito». È stata una situazione assolutamente rara e inconsueta. «Dal ’94 – precisa D’Armini – abbiamo operato 751 pazienti con ipertensione polmonare cronica tromboembolica: soltanto in due casi c’è stato il riscontro contemporaneo nel paziente di un difetto cardiaco congenito». L’anziana donna calabrese, dopo un breve passaggio in terapia intensiva, è stata trasferita in reparto con un quadro clinico positivo.