Pavia, coppiette sul sagrato del Duomo: il vescovo non dorme più

Al sopralluogo anti-movida prefetto e monsignore

Il sagrato del Duomo di Pavia

Il sagrato del Duomo di Pavia

Pavia, 21 ottobre 2017 - Succede di tutto sotto quelle finestre. Il sagrato del Duomo di Pavia - non da oggi - è l’epicentro della movida cittadina. Ma anche del degrado, del rumore e talvolta di episodi tuttaltro che edificante. Proprio sotto le finestre del vescovado, infatti, è già capitato che una coppietta si appartasse senza troppi riguardi né per il luogo né per l’intimità. In più, fracasso tutte le notti, cocci di bottiglie, pipì in ogni interstizio: una situazione che ha portato alla protesta della Diocesi.

Ieri, un sopralluogo sollecitato dal prefetto, Attilio Visconti, al quale hanno partecipato il vescovo, monsignor Corrado Sanguineti, e il sindaco Massimo Depaoli. Schierato, lo stato maggiore cittadino, con assessori e comandante dei vigili. Tutto per trovare una soluzione. E la prima proposta, per salvaguardare la decenza del luogo sacro e il sonno dei residenti, anche quelli in tonaca, è quella di ingaggiare assistenti di piazza pagati dagli esercenti che vendono bevande alcoliche ai ragazzi. La proposta arriva dal parroco del Duomo, don Ernesto Maggi, che il giorno dopo la movida trova sulla scalinata pezzi di vetro, lattine, fazzoletti di carta e magari anche urina nelle fessure o nelle aree verdi circostanti. «I locali che vendono alcolici a tutte le ore del giorno ai ragazzi - ha aggiunto il sacerdote - e guadagnano su questo commercio potrebbero pagare delle persone che controllino quanto accade in piazza e all’occorrenza chiamino le forze dell’ordine».

L’idea per il momento è solo abbozzata, ma si punta renderla operativa. Il sopralluogo di ieri è stato «segnale simbolico di pulizia del sagrato» come ha spiegato Davide Ottini, consigliere delegato alla sicurezza, perché la scalinata è il centro del divertimento serale dei ragazzi che si ritrovano in 400 o 500 e il giorno dopo lasciano un ‘campo di battaglia’. «Ogni volta che mandiamo Asm a pulire - aggiunge - sosteniamo un costo e sottraiamo risorse alla periferia». Secondo il parroco sarebbe necessario potenziare l’illuminazione. «Ci vuole un impianto più consono al posto e al monumento che deve essere valorizzato - ha sottolineato il sacerdote - e magari con delle luci più forti, il giorno dopo non ci troveremo gli scalini unti e sporchi». Perché al degrado non c’è fine. C’è chi fa i bisogni direttamente fra le auto. E se passa un prete, lo racconta lo stesso don Maggi, sotto il portico del vescovado i ragazzi «cominciano a intonare strofe piene di bestemmie».