Rapinato sul treno da otto sconosciuti

In otto lo hanno rapinato sul treno, puntandogli un coltello alla gola. La vittima dell’accaduto è il diciannovenne vogherese noto in internet con il nome Tralesh, firma con cui divulga le sue canzoni rap di NICOLETTA PISANU

Treno (foto Germogli)

Treno (foto Germogli)

Voghera, 4 gennaio 2016 - In otto lo hanno rapinato sul treno, puntandogli un coltello alla gola. La vittima dell’accaduto è il diciannovenne vogherese Alessandro Virgilio, noto in internet con il nome Tralesh, firma con cui divulga le sue canzoni rap. Il giovane la notte del 31 dicembre stava andando a Milano per festeggiare il capodanno: «Ero partito da Voghera con il treno intorno alle 20,35, con me inizialmente c’erano tre amici che poi però sono scesi dal convoglio. Otto ragazzi nordafricani, avranno avuto circa vent’anni, si sono seduti come normali passeggeri nel mio scompartimento. Ma poi, quando il treno si trovava tra Pavia e Milano-Rogoredo, all’incirca all’altezza di Villamaggiore, queste persone mi hanno avvicinato e aggredito», ha raccontato.

Uno dei malviventi ha estratto «un coltello a serramanico e me lo ha improvvisamente puntato contro. Mi hanno chiesto di consegnare loro tutto quanto avevo, mi hanno portato via settanta euro in contanti, le cuffiette e anche il cappellino che avevo in testa, oltre a tutti i miei documenti personali. In un primo momento mi hanno preso anche il cellulare, ma poi me hanno deciso di lasciarmelo – ha sottolineato il vogherese –. Il controllore si è accorto di quanto stava accadendo, i rapinatori sono quindi scappati e noi abbiamo provato a bloccarli, ma a Milano Rogoredo sono scesi dal treno e si sono dileguati, sono riusciti a fuggire prima che li fermassimo».

Arrivato alla stazione di Rogoredo, Virgilio ha sporto la segnalazione alla polizia ferroviaria: «Presenterò la denuncia formale in questi giorni. Fortunatamente non mi hanno ferito – ha commentato la vittima –. Come ovvio mi sono molto spaventato, sono davvero stato costretto a dare loro tutto quello che avevo, altrimenti sarebbe finita male.  Oltretutto, al momento dell’aggressione lo scompartimento in cui mi trovavo era vuoto».