Per i ponti sul Po non tornano i conti: "Abbiamo i fondi ma sono bloccati"

Le regole contabili impediscono di avviare gli interventi necessari

Il ponte  della Becca è quello che ha più bisogno di interventi  di messa in sicurezza

Il ponte della Becca è quello che ha più bisogno di interventi di messa in sicurezza

Pavia, 7 novembre 2016 - «Per alcuni interventi i soldi li avremmo anche, ma non possiamo procedere con le gare, perché le regole contabili non ci permettono di chiudere i bilanci». Vittorio Poma, presidente dell’ente di area vasta di Pavia, parla di paradosso. I ponti sul Po nel Pavese mostrano sempre più i segni del tempo. Dei cinque in totale, uno solo (quello di Spessa) è completamente aperto al traffico pesante, su tre (Gerola, Bressana e Becca) c’è il divieto di transito per i mezzi sopra i 35 quintali mentre su quello di Pieve Porto Morone è in vigore da oggi il divieto per i mezzi sopra le 10 tonnellate. Proprio su quest’ultimo ponte da oggi la circolazione è a senso unico alternato, per tutta la settimana, per «lavori di sistemazione di alcuni giunti dilatatori». Una manutenzione già programmata, anche se servirebbero interventi più radicali per i problemi emersi durante gli ultimi sopralluoghi. Per altri lavori, però, al momento i soldi non ci sono.

«Per questo ponte- conferma Poma - non abbiamo risorse. Come accaduto anche per la Becca, è diventato di competenza della Provincia con il passaggio delle ex Statali dall’Anas. All’epoca però erano state stanziate risorse importanti per la manutenzione, dieci anni fa erano 9 milioni, scesi ai 300-400mila degli ultimi anni. Al momento però il manufatto non ha evidenziato i gravi problemi strutturali che hanno invece quelli della Becca, della Gerola e di Bressana». Quello di Bressana, sull’ex Statale 35 che fa attraversare il Po anche alla linea ferroviaria Milano-Genova, è stato oggetto di un recente sopralluogo congiunto di tecnici della Provincia e di Rfi, che hanno rilevato «gravi degradi strutturali del ponte, con il conseguente pericolo di collassi locali o globali».

Una relazione preoccupante, ancora più allarmante alla luce di quanto successo al cavalcavia della Supestrada di Lecco, all’altezza di Annone Brianza, crollato al passaggio di un tir. Ma il “malato più grave” è certamente il ponte della Becca, già salvato dal crollo nel 2011 e in attesa dei finanziamenti per la progettazione di un sostituto. «Per la Becca - dice Poma - abbiamo stanziato 2,4 milioni, per la Gerola 4,2: in entrambi i casi per interventi minimi essenziali a garantire la stabilità. Questi soldi li avremmo, ma i paradossi contabili non ci permettono di fare le gare per i lavori».