La storia di Carmelo, dal Venezuela per curarsi e diventare uno chef

Carmelo ha 14 anni, dal Venezuela è arrivato a Pavia ormai più di tre anni fa, quando gli è stata diagnosticata la leucemia

Carmelo, 14 anni

Carmelo, 14 anni

Pavia, 23 settembre 2016 - Ha appena iniziato la terza media, ma ha già scelto quale istituto superiore frequenterà l’anno prossimo: l’Apolf, con l’obiettivo di diventare uno chef. Carmelo ha 14 anni, dal Venezuela è arrivato a Pavia ormai più di tre anni fa. Quando gli è stata diagnosticata la leucemia, attraverso l’Atmo (Associazione per il trapianto di midollo osseo) è arrivato all’Oncoematologia pediatrica del San Matteo, dove è stato curato e dove di fatto ha passato gli ultimi suoi tre anni di vita. Un’esperienza dura, con a fianco la mamma Rubizela, che ha lasciato in Venezuela il marito e la figlia più grande, ora 18enne, e si è trasferita al seguito di Carmelo. Ora vivono in una casa dell’Agal (Associazione genitori e amici del bambino leucemico) e con il nuovo anno scolastico per Carmelo è iniziato un ritorno alla normalità. «Prima frequentavo la scuola in ospedale – racconta Carmelo – e solo lo scorso anno, per pochi mesi, avevo iniziato ad andare alla scuola media di San Martino Siccomario. All’inizio mi sembrava difficile, arrivare in un ambiente nuovo, con altri ragazzi ‘normali’, i professori. Io me ne stavo un po’ nel mio guscio. Ma piano piano mi sono fatto amicizie in classe. Quest’anno ho dovuto ricominciare tutto dall’inizio, in una classe nuova, con compagni e professori diversi. Ma sono stati tutti sempre molto gentili e disponibili con me. Mi sono fatto amici in classe e mi trovo bene con le professoresse, in particolare con la mia insegnante di sostegno».  Parla molto bene l’italiano e racconta con incredibile disinvoltura le sue esperienze, sia in ospedale che nella nuova vita a scuola: «Ora sto meglio – dice – mi sento più forte e questo mi serve anche per impegnarmi di più a scuola. In ospedale era diverso. Ci sono stati brutti momenti, in cui facevo fatica a fare tutto. Grazie alle cure però, piano piano, ho ripreso anche le forze». Il suo è uno dei tanti casi seguiti da Soleterre - Strategie di pace, organizzazione umanitaria che con la raccolta fondi ‘Adotta una corsia’ aiuta i bambini malati di cancro e altre patologie nei reparti pediatrici di Italia, Ucraina, Uganda, Costa d’Avorio, India e Marocco, con l’obiettivo di fornire, oltre alle cure, il sostegno psicologico adeguato ai piccoli pazienti. «Soleterre segue circa 16mila bambini nel mondo – spiega il presidente Daniamo Rizzi – permettendo loro di non mancare le tappe evolutive fondamentali al loro sviluppo psicofisico. Scuola, animazione, attenzione alle relazioni con il mondo che sta fuori dall’ospedale, oltre a medicine e al supporto psicologico. Le vite di questi bambini valgono un impegno continuativo. Fino al 31 dicembre si può sostenere la campagna sociale ‘Adotta una corsia’, attraverso una donazione mensile di 10 euro, telefonando al numero verde 800.90.41.81 o visitando il sito www.soleterre.org/donazione». Anche se le cure in ospedale proseguono, a Carmelo l’entusiasmo non manca. «Mi piace studiare – dice guardando i suoi libri – e voglio arrivare bene alla fine della terza media per potermi iscrivere l’anno prossimo all’Apolf, alla scuola di cucina. Io già so cucinare, qui in Italia ho imparato a fare la lasagne e anche la pizza. Ma il mio piatto forte è il ‘pavellon’, il piatto tipico venezuelano, con riso, fagioli neri, carne e platano. Il risotto? No, quello non ho ancora imparato a farlo». La mamma Rubizela lo guarda con tenerezza, mentre Carmelo parla di un futuro che fino a pochi mesi fa sembrava solo un sogno.