Addio a Carla Marangoni, l’olimpionica più longeva

Morta a 102 anni la ginnasta pavese argento nel ’28 a Amsterdam

Carla Marangoni

Carla Marangoni

Pavia, 20 gennaio 2018 - L'ultima "farfalla" della Ginnastica Pavese, Carla Marangoni, che nel 1928 aveva conquistato l’argento olimpico a Amsterdam, ha spiccato il volo. Si è spenta nella sua abitazione all’età di 102 anni (compiuti lo scorso 13 novembre). Con lei se ne va un pezzo di storia non solo dello sport italiano, ma mondiale.

Carla Marangoni aveva conquistato, insieme alle sue undici compagne di squadra della Pavese la prima medaglia olimpica femminile italiana. Era la più anziana medagliata vivente al mondo, ma anche l’ultima superstite di un’Olimpiade di quasi un secolo fa. A 12 anni, insieme a un gruppo di bambini e ragazze di Pavia, da qui soprannominate le Piccole Pavesi, conquistò l’ argento nella ginnastica a Amsterdam 1928. Avevano dagli 11 ai 17 anni: la più piccola Gina Giavotti (detta Popolo perché abitava nelle case popolari) con i suoi 11 anni e 302 giorni, resta la più giovane medagliata della storia olimpica. Poi c’era la 12enne Carla Marangoni. Queste ragazze  si allenavano tutti i pomeriggi nella Palestra Civica di via Luigi Porta (ancora oggi sede della storica società Ginnastica Pavese); s’imposero nelle qualificazioni olimpiche di Pallanza e conquistarono il passaporto per Amsterdam. L’Olanda la raggiunsero in treno. «Me lo ricordo quel lungo viaggio, per me era un’esperienza nuova – ha raccontato qualche anno fa in una delle sue rare interviste Carla Marangoni – Poi dalla carrozza ci spostammo in nave, in quattro a dormire in pochi metri, ma eravamo bambine e ci si stava». Il giorno della gara Carla e le sue compagne si presentarono di fronte ai giudici con una casacca azzurra e una fascia bianca tra i capelli a caschetto, per il concorso di ginnastica artistica a squadre. Era la prima volta che le donne venivano ammesse ai Giochi olimpici. Le Piccole Pavesi si arresero solo alle padrone di casa olandesi, ma la loro eleganza colpì la Regina Guglielmina d’Olanda, che volle riceverle. A lei Carla Marangoni rispose a una domanda dicendo di essere anche un’ottima giocatrice di “football”. «Era una piccola bugia», confessò anni dopo.

Al ritorno in Italia queste olimpioniche furono premiate anche dal Regime: con un paio di scarpe, un libretto di risparmio e 100 lire. Dopo Amsterdam, la maggior parte di loro insieme alla medaglia olandese appese al chiodo anche le scarpette da ginnastica. La Marangoni, invece, proseguì la sua carriera fino ai vent’anni. Amante del Ticino, passava le ore libere a remare. Ma è stata anche tra le prime 10 donne a prendere la patente di guida in Italia e a guidare una Fiat 600 e a conseguire, poi, la patente nautica. Per una vita ha lavorato come ragioniera negli uffici della Motorizzazione di Pavia. Non si è mai sposata e non ha avuto figli. «È stata una mia scelta», precisava con orgoglio. Ed a chi le chiedeva la ricetta della sua invidiabile forma fisica, rispondeva che si impegnava a fare «un quarto d’ora di cyclette ogni giorno». Oggi alle 12 nella chiesa del Sacro Cuore, in zona Ticinello, a Pavia, è in programma l’ultimo saluto che vorranno darle tanti suoi concittadini. Buon volo Carla…