"In pasto al mostro" di Loch Ness: infermiera nuotatrice attraversa il lago

L’impresa nel celebre lago scozzese

Monica Cordano

Monica Cordano

Cassolnovo, 13 agosto 2017 - «Secondo me, ci ha visto ed è scappato. Dev’essere un mostro timido". Monica e il mostro. Da Cassolnovo, a una manciata di chilometri da Vigevano, alle nebbie (anche in piena estate) della Scozia, per compiere una impresa sportiva che è anche una sfida alla leggenda del lago di Loch Ness e al suo famoso, ingombrante inquilino. Monica Cordano, lomellina doc, infermiera del 118 di Pavia, ha attraversato da sponda a sponda il Loch Ness con gli amici dell’associazione sportiva “I glaciali”, nata tre anni fa con base a Gazzada Schianno, nel Varesotto, una cinquantina di tesserati. Paura, Monica? "Il pensiero c’era. Sapevo qualcosa. Mi sono documentata su internet, la storia del mostro, i presunti avvistamenti, per vedere con che cosa mi dovevo rapportare. ‘Niente niente, che ci troviamo faccia’, ho pensato".

Partenza, 16 nuotatori e 32 accompagnatori. Tutto a proprie spese perché Monica e gli altri sono dilettanti allo stato puro. La sponsorizzazione di un bar, di un negozio di ottica, di un’associazione che organizza eventi enogastronomici, tutti di Varese, e quella dell’”Italian Water Tour” hanno permesso di realizzare una idea del presidente dei “Glaciali”, Marcello Amirante: magliette con una scritta in inglese esorcistica e beneagurante: “Enjoy your meal, Nessie” (“Goditi il tuo pasto, Nessie”). Pernottamento a Edimburgo e a Drumnadrochit, al Loch Ness Center. Per la storia e non solo per la cronaca i nuotatori si immergono alle 7.30 del 29 luglio dalla sponda del castello di Urquhart, uno dei grandi richiami del lago. È il tratto più largo del Loch Nes, 2850 metri di acqua caliginosa e di mistero. Una performance mai tentata.

"Appena sono entrata in acqua, ho dimenticato il mostro, dovevo gestire più di una situazione. L’acqua era scurissima, impenetrabile. Non vedevo nemmeno le mie bracciate sotto. È un’acqua rossiccia, ferrosa, anche il sapore è sgradevole. Avevo la muta “smanicata” e c’erano solo 13 gradi. Sopra il lago una nebbiolina che faceva tanto Scozia. Abbiamo impiegato un’ora e qualche minuto. Sull’altra riva ci aspettavano i nostri accompagnatori. C’erano anche mia mamma, in trasferta per l’occasione, e mia figlia Andrea: ha 13 anni, è la prima supporter. Erano lì, pronte, con gli asciugamani e il cambio". La passione di Monica Cordano per il nuoto viene da lontano. "Avevo cinque o sei anni quando i miei genitori mi hanno portato in piscina. Ho gareggiato a livello regionale come ranista. A un certo punto avevo il cloro che mi usciva da tutti i pori. Ho praticato pallavolo, twirling, anche un po’ di scherma. Ho ripreso con il nuoto libero una quindicina di anni fa. Da quattro anni faccio nuoto in acqua libera. A Cassolnovo siamo un gruppo di sportivi-amici. Ci siano chiamati “Le nutrie del Ticino”, ci alleniamo insieme". Con i “Glaciali”, Monica ha attraversato tre anni fa i sette chilometri del Bosforo, l’anno scorso lo Stretto di Messina.