Nel Pavese il lavoro frena tra i giovani

La provincia regge però bene sul fronte degli stipendi superiori alla media nazionale

Il vescovo all'incontro sul lavoro

Il vescovo all'incontro sul lavoro

Pavia, 30 aprile 2017 - Continua ad andare controcorrente Pavia. Anche rispetto alla media regionale, infatti, la provincia a grappolo d’uva rallenta sul fronte dell’occupazione. A livello nazionale si colloca al 32° posto con un tasso d’occupazione del 65,3%. E sono soprattutto coloro che hanno tra 55 e i 64 anni ad avere un lavoro, o non averlo perso a causa della crisi. In compenso, stando ai dati racchiusi nel dossier dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, lo stipendio medio di un lavoratore in provincia di Pavia è di 1.388 euro, mentre lo stipendio medio nazionale è di 1.315 euro.

Elevato, invece, il tasso disoccupazione che in provincia è del 6,9%, ma sale al 16,1% se si tratta di giovani tra i 15 e i 24 anni. Importante poi anche il tasso di inattività (le persone che non sono né occupate né in cerca di occupazione), che nel Pavese raggiunge il 29,9% sul totale della popolazione e del 16% per i giovani tra i 15 e i 29 che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione. La fotografia dell’occupazione è stata analizzata ieri nel corso della Festa del lavoro, organizzata dalla Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Pavia, guidata da don Franco Tassone. L’incontro, primo appuntamento dopo la sottoscrizione del Patto per il lavoro voluto dal vescovo Corrado Sanguineti, è stato aperto dalle testimonianze di Gianpiero Lotito e Mariuccia Teroni, i due fondatori di FacilityLive, l’azienda che sfida Google.

"Se esiste la Silicon Valley - ha detto Lotito - perché Pavia non può avere la sua Small valley?". Mariuccia Teroni, invece, dopo la laurea in Economia avrebbe dovuto tornare nella sua Franciacorta a lavorare. "Ho proposto a mio padre un anno sabbatico di lavoro - ha raccontato - come facevano gli uomini con il servizio militare". Ha creato un’azienda, ma le donne a Pavia faticano e le famiglie sono in difficoltà. "Noi cerchiamo 6 o 7 laureati in Giurisprudenza per le attività del patronato" ha annunciato il presidente di Acli Domenico Giacomantonio. "Nel nostro piccolo abbiamo ristrutturato 5 appartamenti dando lavoro a due persone" ha sottolineato don Franco Tassone, molto però deve ancora essere fatto. La rete sta lavorando per invertire la tendenza pavese.