Sannazzaro, incendio alla raffineria Eni. Maroni: gestione emergenza all'altezza

Il governatore della Regione: "C'è stata paura ma per fortuna non si è fatto male nessuno e non risultano ricadute negative su aria, acqua e terreno"

Maroni a Sannazzaro (da Twitter)

Maroni a Sannazzaro (da Twitter)

Sannazzaro de' Burgondi (Pavia), 2 dicembre 2016 - Dopo il rogo divampato ieri a Sannazzaro de' Burgondi nel pomeriggio, sopralluogo del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, insieme al prefetto di Pavia, Erminia Rosa Cesari, l'assessore regionale all'Ambiente Claudia Terzi e il sindaco di Sannazzaro, Roberto Zucca. 

MARONI: GESTIONE DELL'EMERGENZA ALL'ALTEZZA - "L'emergenza è stata affrontata con un grande lavoro di squadra, la gestione è stata all'altezza. C'è stata paura ma per fortuna non si è fatto male nessuno e non risultano ricadute negative su aria, acqua e terreno - ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, all'incontro per fare il punto sul grave incendio che ha danneggiato il nuovissimo impianto Est -. Abbiamo già in funzione 5 centraline e altre saranno installate nei prossimi giorni. Lunedì avremo i primi dati definitivi dall'Arpa". Maroni avrebbe dovuto partecipare con altre autorità a un sopralluogo all'impianto coinvolto che però, ha spiegato "non si è potuto tenere per ragioni tecniche". Maroni ha incontrato i responsabili dell'impianto, il prefetto e i sindaci della zona. "Su Retorbido ci sono state polemiche da parte di qualcuno, noi ovviamente non siamo contro gli insediamenti sicuri, siamo però favorevoli alla tutela del territorio - ha spiegatp il Governatore -. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, perché quella è un'area che andava preservata, quindi siamo assolutamente consapevoli di aver fatto uno sforzo importante, e lo abbiamo fatto proprio per l'attenzione che la Regione ha nei confronti del territorio". 

RICCI: "RIATTIVEREMO IMPIANTO EST" - L'impianto EST della raffineria sarà riattivato. Ad annunciarlo è stato l'ingegner Giuseppe Ricci, responsabile raffinazione e commerciale di Eni, che oggi ha partecipato a Sannazzaro alla riunione. Ricci ha spiegato che "c'è stata una fuoriuscita di idrocarburi da una tubazione o una valvola, di cui dobbiamo ancora comprendere le cause. Dopo quella fuga iniziale è scattato l'allarme, tutto il personale è stato evacuato e sono arrivati i pompieri delle squadre interne, che si sono resi conto delle dimensioni dell'accaduto e hanno fatto scattare il piano di emergenza". L'impianto Est è uno dei 79 presenti nel polo petrolchimico di Sannazzaro e l'ultimo ad essere realizzato. È in funzione dall'ottobre 2013. "La torre che si è incendiata - ha spiegato il tecnico - è il cuore dell'impianto, dove avviene la reazione principale. I due reattori in sé non sembrano danneggiati, mentre lo sono molti degli apparati intorno, che devono essere ricostruiti". Il resto della raffineria non ha subito alcuno stop produttivo.

LENTO RIENTRO ALLA NORMALITA' - Scuole chiuse a Sannazzaro, Ferrera e in tutti i piccoli paesi limitrofi alla centrale Eni in cui si è sviluppato il grosso incendio. A distanza di 24 ore dal rogo, la gente tira un sospiro di sollievo, ma resta la paura. "Io avevo già caricato le mie due figlie in macchina ed ero pronto a partire" ha detto un padre di Ferrera, il paese più vicino alla parte dell'impianto in cui si è sviluppato l'incendio. "La gente è preoccupata, e non solo da oggi" ha detto il vicesindaco di Ferrera, Paolo Sala.