Maxi furto del gasolio, arrestato 27enne

Castello d’Agogna, nel suo covo nascondeva 50mila litri di carburante

OPERAZIONE I carabinieri sul posto con il materiale trovato nell’ambito dell’indagine sul maxi furto di gasolio

OPERAZIONE I carabinieri sul posto con il materiale trovato nell’ambito dell’indagine sul maxi furto di gasolio

Castello d'Agogna, 10 dicembre 2016 - Un nuovo maxi furto di gasolio è stato scoperto dai carabinieri a pochi giorni di distanza da quello ingentissimo di Tromello, stimato in almeno 10 milioni di litri di carburante per un valore di almeno 5 milioni di euro. Questa volta la base operativa della banda di ladri, con tutta probabilità la stessa anche considerando le modalità, era in un capannone abbandonato di Castello d’Agogna. Nella zona di via Milano, arrivava una derivazione, lunga almeno due chilometri e interrata che, sfruttando la pressione dell’oleodotto della Sarpom che collega Trecate (Novara) a Casale Monferrato (Alessandria), riempiva le cisterne note come ‘materassini’. I carabinieri ne hanno rivenuti tre per un totale di 50mila litri di gasolio. Nel corso dell’operazione è stato arrestato A.I., 27 anni, lettone, in Italia senza fissa dimora. Il giovane è stato accusato di furto aggravato. Ieri è stato condannato a 8 mesi di reclusione, il giudice ha disposto la custodia in carcere. L’uomo, così come nel caso di Tromello quando i denunciati erano stati due, aveva il compito di sorvegliare il magazzino clandestino ricavato nel capannone dove, per evitare sguardi indiscreti, una falsa parete di cartone occultava il deposito.

E continuando con le analogie rispetto a quando accertato a Tromello, in quel caso l’oleodotto oggetto del furto era stato quello dell’Eni che collega la raffineria di Sannazzaro al polo petrolifero di Rho-Pero, i ladri avevano dotato la zona di telecamere grazie alle quali potevano rilevare in tempo reale la presenza di intrusi. I carabinieri hanno eluso il sistema scoprendo un furto sulla cui portata sono in corso gli accertamenti. L’interramento della derivazione, un lavoro che non si può certo concludere in pochi giorni, fa pensare che l’attività durasse da tempo e con tutta probabilità le ingenti quantità di gasolio rubato venivano trasferite altrove mediante l’utilizzo di autocisterne delle quali però pare che nessuno abbia mai segnalato la presenza. Le indagini dei carabinieri mirano ora a fare luce sull’attività della banda che potrebbe aver colpito anche in altri punti della zona.