Albuzzano, dà fuoco al vicino di casa: "Non volevo far del male"

L'indagato ha risposto alle domande del Gip

Un'ambulanza (Foto d'archivio)

Un'ambulanza (Foto d'archivio)

Pavia, 19 luglio 2017 - La versione dei fatti di M.T., 39 anni, è sempre stata la stessa. Accusato del tentato omicidio del vicino di casa G.Q., 28 anni, cui ha gettato addosso del liquido infiammabile per poi appiccare il fuoco, M.T. ieri ha risposto alle domande del Gip durante l’udienza di convalida. In carcere a Pavia, dove si trova da domenica, ha spiegato al giudice di non avere avuto l’intenzione di far del male al vicino di casa, ma di compiere un’azione dimostrativa. Sembra che, secondo la sua versione, potesse aver pensato di dar fuoco alla porta dell’abitazione della vittima o all’androne delle scale del condominio, non alla persona. La palazzina dove vivono i due si trova a Vigalfo, frazione di Albuzzano.

Ha raccontato al Gip ogni dettaglio di quella notte, dunque non negando il gesto, ma l’intenzione alla sua origine. E ha spiegato di essere stanco della situazione che si era venuta a creare nel palazzo. Sembra infatti che già in precedenza tra aggressore e vittima ci fossero stati screzi, in particolare per lamentele su rumori molesti. La stessa motivazione che pare essere alla base dell’episodio violento di domenica notte. M.T. secondo gli investigatori si sarebbe presentato alla porta del giovane vicino di casa con del liquido infiammabile che si usa per il barbecue. Poi, secondo le accuse, lo avrebbe gettato addosso al ventottenne, appiccando poi il fuoco con un accendino. Le grida della vittima hanno richiamato l’attenzione degli altri condomini. Sul posto sono intervenuti i soccorsi, il giovane, padre di due bambini di uno e otto anni, è stato ricoverato in gravi condizioni al Centro grandi ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano. Ieri le sue condizioni erano ancora gravi.

La difesa di M.T. ha chiesto al Gip di applicare al posto della reclusione la minima misura coercitiva possibile oppure i domiciliari, chiedendo inoltre al giudice di non convalidare il fermo perché, secondo la difesa, non sussisterebbe il pericolo di fuga del soggetto. Il giudice si è riservato sulla decisione della convalida. Ieri l’indagato, formalmente accusato di tentato omicidio, era ancora in carcere a Pavia.