La piena di Po e Ticino: un giorno fra paura e disagi

Alla Becca il picco di piena si è fermato appena sotto i 6 metri sopra lo zero idrometrico

Esondazione del Ticino (Torres)

Esondazione del Ticino (Torres)

Pavia, 27 novembre 2016 - Il peggio sembra già essere passato. Dopo una giornata di apprensione e timore, alle 18 di ieri i dati erano in lieve calo sia per il Po che per il Ticino: alla Becca il picco di piena si è fermato appena sotto i 6 metri sopra lo zero idrometrico, al Ponte Coperto è stata di poco superata la soglia di allarme dei 3,5 metri (3,52), con l’acqua del Ticino esondata in via Milazzo e il Ponte Coperto chiuso alle auto. Non pochi i disagi, ma i danni più gravi sono stati evitati. «Noi siamo sempre i primi ad andare sotto - spiega Giancarlo Cerutti, titolare del ristorante Amici del Po di Linarolo - già quando il livello del Po supera i 4 metri. Ma la struttura è stata concepita e negli anni adattata per subire i minori danni possibili dalle piene. Stare in area golenale è una scelta: si sa che anche una piena normale può provocare disagi e danni, bisogna essere preparati». Ne parla come se fosse “normale”. «Sì - ammette Cerutti - per noi lo è. Ora poi con il sistema di monitoraggio degli idrometri consultabile online in tempo reale, si riescono ad avere previsioni molto attendibili su quando arriverà il picco della piena e di che proporzioni è». Il ponte della Becca è stato chiuso al transito già venerdì.

«Peccato solo - dice Cerutti - che dalla Protezione civile non ci arrivi nessun aiuto concreto, soprattutto quando l’emergenza finisce, quando per noi inizia il momento peggiore, perché abbiamo il locale da risistemare il più in fretta possibile, per cercare di limitare i danni dall’attività bloccata. Nel ‘94 era stato mandato l’esercito con le idrovore ad aiutarci: era stato molto apprezzato, ma è stata l’unica volta». I disagi si sono verificati ieri anche in via Milazzo, la caratteristica strada in “Burg a bas”, sotto il livello dell’argine del Ticino. L’acqua ha iniziato in mattinata a raggiungere la strada, sulla quale già da venerdì sera era stata vietata la sosta ed è poi stata chiusa al transito. «Peccato che abbiano solo messo i cartelli in strada senza dire niente a nessuno - lamenta Alba Buzzi, titolare del ristorante «Antica osteria del previ» - e quando stamattina (ieri mattina, ndr) siamo arrivati per aprire il ristorante non volevano neanche farci passare. Avevamo tutto prenotato per pranzo, abbiamo dovuto spostare i mobili da soli, senza aiuti. Non è come nel ‘94 o nel 2000, ma qualche danno lo abbiamo avuto».

Nel frattempo il Ponte Coperto, chiuso alle auto ma non ai pedoni, è stato per tutta la giornata il punto di massima affluenza di molti curiosi, non solo pavesi, che volevano fotografare la piena e la strada invasa dall’acqua: il selfie dal ponte è diventato quasi una moda. Un po’ meno, ma comunque presenti, gli stessi curiosi-fotografi alla Becca, anche se lì la strada da fare a piedi per arrivare al ponte dall’ultima rotatoria accessibile alle auto, ha scoraggiato i meno temerari. Purtroppo però per i ponti sul Po della Becca e della Gerola (chiuso già da giovedì) si dovrà attendere che la piena passi completamente per poter valutare gli eventuali danni e decidere se poter riaprire le strutture. Mentre il Ponte Coperto e anche quello di barche a Bereguardo dovrebbero riaprire già oggi.