Inseguì e uccise la compagna, ora cerca uno sconto di pena

Dorno, l’uomo aveva ferito anche la figlia 12enne della donna

Roberto Garini ed Emanuela Preceruti

Roberto Garini ed Emanuela Preceruti

Dorno (Pavia), 29 novembre 2017 - Condannato a trent’anni per aver ucciso la compagna, ora punta allo sconto di pena in Appello. Roberto Garini, 51 anni, si trova in carcere da quando nel giugno 2016 a Dorno ha ammazzato per gelosia Emanuela Preceruti, 44 anni, sparandole. Garini la stessa notte aveva ferito anche la figlia di dodici anni della donna, la ragazza si era finta morta ed era poi fuggita lanciandosi in strada dal balcone.

Arrestato, un anno dopo a luglio l’uomo era comparso davanti al Gup di Pavia e aveva scelto il rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Il giudice aveva sentenziato per lui trent’anni di reclusione. Ora la difesa ha presentato il ricorso per chiedere una riduzione della condanna. Il ricorso, secondo la difesa di Garini, si fonda sulla contestazione di alcune aggravanti da parte del Gup: in particolare, il giudice di primo grado ha sottolineato i motivi passionali e anche i futili motivi alla base del gesto, la difesa contesta la concomitanza delle due aggravanti.

Garini ha affermato in udienza di essere pentito del suo gesto, in una missiva indirizzata ai parenti della vittima a luglio parlò di un «cancro del dolore». Ora viene descritto dalla difesa come provato dal rimorso. Al momento dell’arresto aveva confessato quanto accaduto, durante l’interrogatorio col Pm si era sentito male. La sera del delitto, maturato secondo gli inquirenti per il timore di perdere la compagna e per la gelosia, Garini aveva fatto irruzione in casa di lei, aveva inseguito la donna e la figlia fino in bagno, poi aveva sparato. Dopo aver ucciso Preceruti, aveva lanciato l’allarme.