Delitto di Garlasco, Andrea Sempio tranquillo al lavoro: "Ho nominato un legale"

Il giovane amico del fratello di Chiara Poggi e la questione del dna

Alberto Stasi ex fidanzato di Chiara Poggi la studentessa uccisa nel 2007 è stato condannato a 16 anni

Alberto Stasi ex fidanzato di Chiara Poggi la studentessa uccisa nel 2007 è stato condannato a 16 anni

Garlasco (Pavia), 8 gennaio 2017 -«Posso solo direche ho nominato un avvocato. Lo confermo». Sono le uniche parole che Andrea Sempio concede ai cronisti alla ripresa del suo lavoro in un negozio di telefonia all’Iper di Montebello della Battaglia. Maglione scuro, capelli corti, il ventottenne di Garlasco si mostra tranquillo. È indagato dalla Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi. Un atto dovuto dopo l’iniziativa dei difensori di Alberto Stasi che hanno inoltrato alla Procura generale di Milano (che l’ha trasmesso a Pavia) un esposto denuncia firmato da Elisabetta Ligabò, la madre di Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara. Era allegata la relazione del biologo forense Paquale Linarello che rilevava la piena compatibilità fra l’aplotipo Y (che individua i componenti maschi di un nucleo familiare), ricavato da due unghie della vittima, e quello di Sempio. Anche Alberto Stasi è calmo nell’incontro con l’avvocato Giada Bocellari nel carcere di Bollate. I difensori Fabio Giarda, Enrico Giarda, Giada Bocellari escono allo scoperto con un comunicato per smentire una prossima archiviazione della nuova inchiesta. Contrariamente alle notizie uscite, scrivono, “si è appreso che la nuova inchiesta per l’omicidio di Garlasco non è in via di archiviazione. La Procura di Pavia sta, invece, leggendo attentamente gli atti e valuterà tutte le possibili strade percorribili, come, del resto, immaginabile in considerazione del poco tempo trascorso e della complessità degli atti da valutare. La difesa di Stasi auspica, per il futuro, che non vi siano ulteriori strumentalizzazioni, vista la delicatezza della fase procedimentale instaurata, nonché per il rispetto che si deve a tutti i soggetti coinvolti...”. Sul punto del dna la difesa dell’ex bocconiano appare sicura: può essere trasmesso solo per contatto diretto e non per contaminazione ambientale. Non è quindi possibile che sia derivato dalla frequentazione di casa Poggi da parte dell’indagato come amico di Marco, il fratello minore di Chiara. A ricostruirla era stato Marco Poggi, sentito dai carabinieri il 18 ottobre 2007: «Presso la mia abitazione, durante la primavera e l’estate 2007 e sino alla mia partenza per le vacanze avvenuta il 5.08.2007, si sono portati i miei amici Sempio Andrea e B.A. Durante le loro visite rimanevamo o nella saletta della Tv al piano terra o salivamo al primo piano all’interno della camera di Chiara per utilizzare il computer».