Rifiuti e roghi dolosi, ombre inquietanti dai fuochi nel Pavese

L’ultimo allarme a Corteolona. Aperta un’inchiesta

Il rogo scoppiato nel capannone nella serata di mercoledì: bruciano rifiuti

Il rogo scoppiato nel capannone nella serata di mercoledì: bruciano rifiuti

Corteolona e Genzone (Pavia), 5 gennaio 2018 - Rientrata l’emergenza per l’incendio, ma con ancora l’incognita delle eventuali conseguenze ambientali, restano tanti interrogativi aperti. Con le indagini che dovranno cercare di chiarire non solo la responsabilità per il rogo, che pare doloso, ma anche per lo stoccaggio di rifiuti, del tutto abusivo. Quello che alle 19.30 di mercoledì sembrava solo un incendio, inizialmente neppure di vaste proporzioni, in un capannone dismesso, ha invece richiesto un lungo intervento da parte dei vigili del fuoco. Il capannone non era infatti vuoto, ma nascondeva cataste di rifiuti, bancali di materiali vari tra cui anche gomma e plastica, che hanno complicato le operazioni di spegnimento, concluse solo in mattinata, e hanno reso necessario già nella notte l’intervento delle autorità locali, che nei tre Comuni coinvolti (Corteolona e Genzone, Inverno e Monteleone e Santa Cristina e Bissone) hanno emesso ordinanze per mantenere chiuse le finestre, per sospendere la raccolta di prodotti ortofrutticoli e per il divieto di pascolo. I tecnici dell’Arpa già prima di mezzanotte avevano posizionato nella zona di Cascina San Giuseppe un «campionatore ad alto volume», «per poter misurare l’eventuale presenza di microinquinanti (Ipa e diossine)».

«I risultati- ha poi reso noto l’Arpa nella giornata di ieri - saranno disponibili entro il tempo minimo necessario di 72 ore». «Nel frattempo - prosegue la nota dell’Arpa - dalla verifica dei valori degli inquinanti generici tipici degli incendi come NO2 (biossido di azoto) e SO2 (biossido di zolfo), rilevati dalle centraline della qualità dell’aria nella zona intorno al luogo dell’incendio, non si evidenzia alcuna anomalia rispetto al loro consueto andamento giornaliero». Dal tavolo tecnico che si è tenuto ieri a Corteolona, coordinato dalla Prefettura e con la presenza dei sindaci, della Provincia, dei vigili del fuoco, di Arpa e di Ast, è stato precisato che, anche dopo aver spento l’incendio, le operazioni di smassamento e raffreddamento proseguiranno anche oggi. Oltre alle eventuali conseguenze ambientali, a tenere banco nelle dichiarazioni dei sindaci, in particolare Angelo Della Valle (Corteolona e Genzone) ed Enrico Vignati (Inverno e Monteleone) le segnalazioni inoltrate già da settembre su un presunto viavai di camion con rifiuti proprio verso il capannone poi andato a fuoco. Dai primi accertamenti, il capannone, venduto dal precedente proprietario a una società immobiliare di Milano, non sembrerebbe essere stato ufficialmente dato in locazione. Qualcuno però vi ha stoccato, abusivamente, dei rifiuti.

«Non si devono accavallare - spiega Roberto Bruno, avvocato dello studio legale Pavia e Ansaldo, docente di diritto ambientale all’Università Campus Bio-Medico di Roma - i tre diversi piani della vicenda. Per quello della sicurezza, mi pare che le autorità preposte abbiano fatto tutto quello che dispongono i principi di diritto ambientale. Per il secondo profilo, quello investigativo, la proprietà dell’immobile ha comunque le responsabilità ambientali, a meno che non dimostri di aver fatto tutto il necessario per evitare una simile situazione. Infine, per la bonifica, bisogna attendere gli esiti delle analisi ambientali».