Pavia, bagni pubblici chiusi alle 21

Sos degrado in viale Matteotti

i bagni pubblici

i bagni pubblici

Pavia, 23 luglio 2017 - Puliti e curati, ma non basta. I bagni pubblici di viale Matteotti recentemente riaperti dopo gli interventi di ristrutturazione, sono da giorni al centro delle polemiche. Collocati di fronte all’allea da sempre vengono visti come un presidio contro il degrado di un’area del centro ormai frequentata da sbandati che bevono e orinano tra le siepi, contro le auto in sosta.

L’orario d’apertura limitato alle 21 nelle sere d’estate e anticipato dall’autunno, oltre alla chiusura la domenica potrebbe non convincere queste persone ad usare un vero bagno. E questo è il punto centrale. Se, infatti, l’amministrazione Depaoli ha posto delle limitazioni per evitare che i bagni pubblici diventino di nuovo un luogo di degrado, l’amministrazione Cattaneo aveva cercato di dare una risposta diversa. Era stata sottoscritta una convenzione con il vicino bar Niki di Fiorenzo Generale che in cambio della gestione dei servizi, poteva utilizzare l’aiuola.Il privato attrezzò i locali installando anche un sistema di sanificazione automatica, pagò le utenze e le forniture di materiali e garantì un’apertura per tutti giorni dell’anno dalle 6 a mezzanotte. Nel momento in cui la convenzione finì, però non venne rinnovata. "Si era pensato che il servizio potesse essere gestito senza un presidio continuo – ha sostenuto l’assessore alle politiche sociali Alice Moggi – perché era automatico, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato".

Troppi i guasti registrati, così in accordo con l’assessore ai lavori pubblici Fabio Castagna che da poco ha passato la delega a Giovanni Magni, è stato deciso di dare lavoro a due persone in condizioni di fragilità economica individuate dai Servizi sociali. Con una sperimentazione finanziata con 10mila euro fino a dicembre, quindi verranno retribuiti i due addetti e acquistati i materiali necessari alla pulizia dei locali. "La gente si complimenta con noi per la pulizia – ha detto uno degli addetti – e vorrebbe anche pagare per usare i servizi che invece sono gratuiti. Noi non possiamo prendere denaro". Ma la comunità deve sostenere una spesa: e questo è il secondo punto. Se, infatti, in passato non era previsto alcun onere a carico del Mezzabarba, ora c’è una spesa per garantire la pulizia e il funzionamento dei bagni. In cambio, in una zona che di recente è finita sulle pagine dei giornali, i due addetti assicureranno un presidio costante e, quando vedranno qualche situazione pericolosa come l’aggressione della quale è stata vittima un operatore ecologico, potranno immediatamente chiamare le forze dell’ordine. Anche su questo punto, però, c’è chi auspica una soluzione più radicale contro il degrado: via le panchine così chi vi si siede andrà altrove.