Legale riconobbe un bimbo non suo. La difesa: la madre voleva venderlo

Pavia, coppia omosessuale e la donna indagati per alterazione di stato

Niccolò Angelini, presidente Arcigay Pavia

Niccolò Angelini, presidente Arcigay Pavia

Pavia, 16 febbraio 2017 - Accusato di alterazione di stato per aver riconosciuto come suo un neonato che in realtà non lo era, l’avvocato pavese indagato ha voluto raccontare la sua versione dei fatti. Il legale coinvolto nell’inchiesta parla attraverso il suo difensore Niccolò Angelini, presidente di Arcigay Pavia, senza esporsi direttamente "per tutelare il bambino", che porta al momento il suo cognome. Spiega dunque Angelini: "Il mio assistito ha agito unicamente nell’interesse del piccolo. È stata depositata una perizia dei servizi sociali al tribunale dei minori da cui emerge come la madre non sia in grado di occuparsi del figlio". Madre e bambino al momento sono in una comunità protetta. Secondo la sua versione, l’avvocato indagato avrebbe agito "sapendo che la signora voleva vendere il bambino in Germania. E così ha pensato di aiutare economicamente tutta la famiglia". L’avvocato non ha però pensato di sporgere denuncia sapendo le presunte intenzioni della donna: "Ingenuamente ha pensato a una diversa soluzione perché voleva subito scongiurare il rischio della vendita", ha precisato Angelini. L’inchiesta era scattata a luglio, quando l’avvocato aveva sposato la donna albanese dichiarando di essere il padre naturale del figlio da lei partorito. La situazione aveva suscitato sospetti, perché il professionista ha una relazione omosessuale stabile da anni.

L’indagine era stata condotta dalla Digos, che aveva scoperto transazioni di denaro dall’avvocato alla donna e aveva portato all’iscrizione nel registo degli indagati del legale, del suo compagno e della signora. All’orizzonte si profilava l’ipotesi di una maternità surrogata: "Il mio assistito aveva proposto alla donna di vivere in Italia e di farsi aiutare da lui affinché il bambino avesse una vita migliore", ha precisato Angelini. Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria seguita all’indagine, si attende la fissazione dell’udienza preliminare. Intanto è in corso il procedimento al tribunale dei minori per l’adottabilità del bimbo: "Chiediamo che sia affidato al suo parente più stretto, cioè il compagno del mio assistito", conclude Angelini. L’uomo è il fratello del padre naturale del piccolo.