Borse contraffatte in auto, ambulante assolto: "Erano palesemente false"

In questo caso non si trattava di un falso autentico ma grossolano

Un sequestro di borse contraffatte (Foto Bove)

Un sequestro di borse contraffatte (Foto Bove)

Pavio, 19 gennaio 2018 - Le borse firmate erano contraffatte male, palesemente tarocche. E così, un ambulante è stato assolto dall’accusa di commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione. Ieri in tribunale a Pavia si è svolta l’udienza conclusiva del processo a carico di un 42enne marocchino nei guai durante un controllo in autostrada A21 nel maggio 2014. A Voghera, era stato fermato dalle forze dell’ordine, che avevano perquisito il mezzo. A bordo, erano stati trovati numerosi prodotti con marchi di famose maison della moda, ma tutti falsi. Borse, giacche e maglioni, pronti per essere rivenduti e presentati come fossero di brand illustri. Gli oggetti erano stati sequestrati e l’uomo, per la contraffazione, era finito alla sbarra. Durante il processo, sono stati sentiti come testimoni alcuni negozianti di prodotti firmati, che hanno riconosciuto subito come palesemente contraffatti gli oggetti trovati nell’auto del marocchino. L’avvocato Pierluigi Vittadini, difensore del marocchino, ieri in aula si è quindi appellato al principio del falso grossolano, che, come stabilito dalla Cassazione nel 2015, ricorre quando si è in presenza di prodotti immediatamente riconoscibili come falsi: «In questo caso non si trattava di un falso autentico ma grossolano, perché i prodotti sono stati riconosciuti come falsi da normali commercianti, non dai periti esperti delle maison».