Pavia, 27 maggio 2014 - Pavia dovrà aspettare altri quindici giorni per sapere da chi sarà amministrata per i prossimi cinque anni. A contendersi Palazzo Mezzabarba l’8 giugno saranno Alessandro Cattaneo sostenuto da una coalizione composta da sei liste (Forza Italia, Ncd, Lega Nord, Pavia con Cattaneo e Pavia città sicura e Fratelli d’Italia) e Massimo Depaoli appoggiato da Partito democratico e Idv. Uno scontro a due, che appena un mese fa sembrava inimmaginabile perché Cattaneo è il sindaco più amato d’Italia e Depaoli un consigliere comunale uscente che ha deciso di condurre una campagna elettorale nel tempo che l’insegnamento gli lasciava libero.

«È un risultato molto buono anche se non è bastato a ottenere una vittoria al primo turno — ha commentato a caldo Alessandro Cattaneo — Chiuderemo al secondo». Se, però, il centrodestra non si fosse diviso in vari schieramenti presentando anche due ex esponenti della maggioranza come l’ex consigliere Niccolò Fraschini (Idea Pavia) e l’ex assessore Cristina Niutta (Scelta civica, Pli e Fare per fermare il declino), il risultato delle urne avrebbe potuto essere diverso.  «Nove candidati sindaco sono una follia — ha aggiunto Cattaneo — Il risultato di questo bisogno di protagonismo è che nessuno entrerà in consiglio comunale».

Non ce la faranno Elena Felicetti (Partito comunista dei lavoratori) e Mauro Manfrinato (Ricostruire Pavia) che hanno ottenuto una manciata di consensi, ma neppure altre formazioni. «Rispetto al risultato di Scelta civica alle Europee — ha sottolineato Cristina Niutta — con il 2,07% siamo andati meglio. Ora se qualcuno vorrà dialogare con noi, chiederemo se concordano sul nostro programma». Respinge ogni apparentamento, invece, Niccolò Fraschini (2,71%) secondo il quale «hanno governato male entrambi. La nostra partita finisce qui». Ancora da vedere quale indicazione forniranno agli elettori Massimo Dagrada (Sinistra per Pavia e C’è un’altra Pavia) che ha raggiunto il 2,03% e Walter Veltri che con Insieme per Pavia ha condotto aspre battaglie contro il malaffare e la cattiva amministrazione. Battaglie che l’elettorato non ha premiato, visto non la lista non ha raggiunto neppure il 2%.
Chi si è sentito, invece, sostenuto dalla gente è Massimo Depaoli che non riuscito a bissare il risultato ottenuto dal Pd di Matteo Renzi alle Europee, ma ha conquistato un ballottaggio che rappresentava l’obiettivo della coalizione.

«Sarebbe stato impensabile credere in una vittoria al primo turno — ha ricordato Depaoli — È molto difficile battere un sindaco uscente e sapevamo che non avremmo potuto replicare il risultato delle Europee perché la gente alle amministrative vota in modo diverso rispetto alle Europee. Comunque un distacco di 10 punti non è irrecuperabile, tanto più che ora si dovrà disputare un’altra partita. Si azzera tutto e si ricomincia». Difficile per il momento parlare di apparentamenti, tanto più che l’unico pacchetto di voti appetibile potrebbe essere quello di Giuseppe Polizzi e del M5S con il suo 7,59%, ma è noto che i “grillini” non si accordano con i partiti tradizionali. Per questo motivo, dall’alto del suo 46,68% contro il 36,43% di Depaoli, il sindaco uscente gongola: «Dal 17% di Forza Italia siamo al 47, un successo. Evidemente molti elettori che hanno scelto il Pd alle Europee hanno votato per me alle amministrative. Ho portato via 7 punti percentuali al Partito democratico. E anche la lista civica Pavia con Cattaneo ha fatto registrare un exploit». (TUTTI I RISULTATI IN PROVINCIA)

manuela.marziani@ilgiorno.net