Milano, 30 aprile 2014 - Omicidio di Garlasco, i giudici della Corte d'assise d'appello di Milano hanno accolto la richiesta della Procura e della parte civile di riaprire il dibattimento del processo a carico di Alberto Stasi, accusato di avere ucciso la fidanzata, Chiara Poggi, il 13 agosto 2007 a Garlasco. I giudici del nuovo processo di secondo grado hanno infatti disposto il rinnovo dibattimentale con l'integrazione di nuovi esami. Oggi Stasi era presente in tribunale. 

In particolare tra i principali accertamenti sono stati disposti gli esami, mai effettuati, per individuare il Dna mitocondriale da un capello corto castano chiaro trovato nel palmo della mano sinistra di Chiara e sui margini delle unghie della ragazza (in particolare su quella del mignolo), la ripetizione dell'esperimento della cosiddetta camminata di Stasi sulla scena del crimine (dal soggiorno fino alla scala), estendendolo anche ai primi due gradini della scala su cui fu trovata senza vita la sua fidanzata e che Alberto dice di aver sceso  il sequestro della bici nera della donna nella disponibilità degli Stasi al fine solo di sottoporla alla ricognizione delle due testimoni, Franca Bermani e Manuela Travain perché quest'ultima sarebbe incerta sull'orario in cui avrebbe visto il mezzo (o la mattina del delitto o il giorno prima).

FAMIGLIA POGGI: PER ORA VERITA' SOLO SFIORATA - Gli avvocati della famiglia Poggi si sono detti soddisfatti: "E' stata accolta la nostra richiesta, era ciò che chiedevamo da anni". I legali hanno precisato che non è stata accolta la richiesta delle immagini satellitari e neanche la perizia sul pc di imputato e vittima, pur riconoscendo che la difesa potrà portare gli approfondimenti processuali che ritiene opportuni. "Auspichiamo adesso - ha spiegato l'avvocato Gianluigi Tizzoni a nome della famiglia- che periti e consulenti vogliano affrontare questo ulteriore sforzo, alla ricerca di una verità finora solo sfiorata, con serio e determinato impegno, in modo da concludere il quadro lasciato inspiegabilmente incompleto nel 2009". 

I LEGALI DI ALBERTO STASI - "Siamo partiti con un giudizio abbreviato, insistere su questa acquisizione è una forzatura - spiega l'avvocato Fabio Giarda -. La Cassazione ha chiesto la rivalutazione delle analisi non fatto su capello e unghia. Della bici non è mai stato chiesto il sequestro seppure sia nel magazzino della famiglia Stasi da sette anni. Per la ricostruzione della camminata, chiederemo con che modalità verrà effettuata, Alberto non ha difficoltà a farla, anche tornando in casa Poggi ma questo accertamento, secondo quanto detto dai periti in primo grado, non ha valore scientifico ed è per questo che noi ci siamo opposti. Siamo comunque tranquilli e sicuri che da queste perizie non verrà fuori nulla di nuovo, due mesi più o meno poco importa, purché venga confermata l'innocenza di Alberto".

GLI ESPERTI - Il processo è stato aggiornato al 14 maggio quando verranno conferiti gli incarichi ai periti nominati dalla Corte e ai consulenti delle parti. Ecco chi sono i periti: Prof. Francesco De Stefano, direttore del Dipartimento Scienza della Salute, sezione Medicina Legale, dell'Universita' di Genova. Dott. Roberto Testi, responsabile dell'unita' operativa di Medicina Legale della Asl 2 di Torino. Prof. Gabriele Bitelli, coordinatore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell'Universita' Alma Mater Studiorum di Bologna. Prof. Luca Vittuari, professore associato al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell'Universita' Alma Mater Studiorum di Bologna.

di Gabriele Moroni