Pavia, 24 aprile 2014 - Quando il suo avvocato le ha chiesto di rivivere quei due mesi e mezzo d’inferno e raccontare le sue sensazioni ai giudici della corte, la donna non è riuscita a resistere e si è fatta sopraffare dalla commozione. Francesca (il nome è di fantasia) oggi ha 35 anni e ha la capacità di spiegare con lucidità ciò che le è successo fra il primo giugno e il 15 agosto 2008, quando la sua relazione con Fabrizio M., allora 42enne, si trasformò in un incubo. I due si erano conosciuti in un locale il Primo maggio dello stesso anno e dopo appena un mese avevano deciso di andare a convivere nella casa di lui, a Santa Giuletta. L’uomo era sposato e aveva alle spalle numerosi precedenti penali, il primo dei quali risaliva addirittura al 1995, ma si era premurato di tenere all’oscuro di tutto la sua nuova compagna.

Dopo una ventina di giorni dall’inizio della convivenza, la relazione fra i due cominciò a scivolare verso una deriva fatta di violenze e minacce. «Mi teneva in ostaggio, ero segregata in casa sua — ha raccontato ieri in aula la presunta vittima —. Quando usciva mi chiudeva dentro e io non potevo scappare perché alle finestre c’erano le inferriate. Ogni giorno mi costringeva ad avere rapporti sessuali con lui e spesso mi legava o mi frustrava».

In casa giravano fiumi di cocaina. «Lui all’inizio la spacciava — ha continuato Francesca — ma poi aveva cominciato a tenerne così tanta per sé che non gli restava più nulla da vendere». Dopo qualche settimana Fabrizio M. avrebbe costretto la sua compagna a comprare una casa in provincia di Udine. I due si trasferirono in gran segreto e fu proprio in quel periodo che la donna finì in ospedale con una costola rotta e numerosi lividi. La forza per fuggire, però, Francesca riuscì a trovarla solo una settimana dopo, il 15 agosto, dopo l’ennesima aggressione da parte del suo fidanzato che con due calci le aveva rotto il coccige e uno zigomo. La donna riuscì a sgattaiolare fuori mentre il suo compagno dormiva, e a guidare fino a Broni, dove abitano i suoi genitori. Ora Fabrizio M. rischia una condanna per violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni. Il processo è stato rinviato al 25 giugno.